Catania. Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto un uomo di 35 anni, e uno di 19 anni, entrambi per il reato di estorsione aggravata dall’art. 7 della Legge 203/91. Il 7 ottobre scorso, all’interno di un’autorimessa ubicata in via Lioy, nella zona di “Nesima” è stata consumata una rapina nel corso della quale sono stati asportati tre automezzi. Le modalità della rapina, perpetrata da più persone incappucciate ed armate di pistola, nonché il fatto che fossero stati asportati dei mezzi che erano di minore valore tra quelli custoditi all’interno del garage, hanno insospettito il personale della Squadra Mobile, facendo ritenere probabile che tale episodio fosse finalizzato ad una richiesta di natura estorsiva. Effettivamente, l’attività investigativa svolta da personale della sezione “Antiestorsioni”, coordinata dalla locale Procura Distrettuale della Repubblica, nella persona del dott. Pacifico, ha consentito di acclarare che, a seguito della predetta vicenda, c’era stato un interessamento sull’attività oggetto della rapina di soggetti vicini al clan mafioso dei Cursoti milanesi.
Nella tarda mattinata di ieri, il personale della sezione, anche grazie ad attività tecnica, ha individuato il e5enne, cognato del latitante Omissis, esponente di spicco del clan mafioso dei Cursoti Milanesi, mentre, unitamente ad un giovane, entrava all’interno dell’autorimessa. L’attività di osservazione ha permesso di notare la consegna di denaro effettuata dal titolare dell’autorimessa nelle mani del 35enne, il quale, a sua volta, lo ha consegnato al suo accompagnatore che lo ha riposto nelle tasche del giubbotto. L’intervento immediato del personale operante ha permesso di bloccare i due, che utilizzavano uno dei mezzi rapinati: uno scooter Honda SH. Negli uffici della Squadra Mobile è stata ricostruita la vicenda estorsiva avente ad oggetto il pagamento di 1.500 euro per la restituzione dei mezzi rapinati e per la garanzia che presso il garage non sarebbe accaduto più nulla di spiacevole. I due sono stati, pertanto, tratti in arresto per il reato di estorsione aggravata dalle finalità di mafia e, dopo le formalità di rito, condotti presso la locale casa circondariale di Piazza Lanza a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.