Roma. Sono 27mila i posti di lavoro persi in Calabria dall’inizio della crisi economica e altri 35mila sono a rischio entro la fine dell’anno. È questo l’allarme che lancia il Segretario Generale della CGIL Calabria, Sergio Genco, dai presidi organizzati dalla CGIL nelle storiche piazze romane. Ieri, all’undicesima giornata di iniziativa, la prima a Piazza S. Apostoli, erano presenti i lavoratori della Calabria, territorio nel quale, nel solo mese di settembre, la Cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 70,8%, la straordinaria del 33,1%, per un totale di 5.655 lavoratori che ricevono sostegno al reddito.
Secondo Genco l’economia della Calabria è in profondissima crisi, infatti le difficoltà strutturali che stanno attraversando le economie di tutti i settori insistono su una debolezza storica del tessuto produttivo dell’estremo sud-ovest d’Italia. “Se le peggiori previsioni si dovessero avverare – spiega il Segretario – è a rischio il 10% dei posti di lavoro del territorio”. “In Calabria 750mila persone vivono sotto la soglia della povertà – prosegue il leader della CGIL Calabria – su una popolazione di 2milioni di abitanti ed è ripresa con forza la migrazione verso il nord, in particolare giovani laureati e diplomati”. “Con la regione abbiamo siglato un accordo che prevede una spesa di 900milioni di euro dei quali 130milioni saranno per la Cassa in deroga ed i restanti per il rilancio del territorio e della qualità di vita – aggiunge Genco – ma la Calabria ha bisogno di provvedimenti urgenti e straordinari altrimenti c’è il rischio che dopo la crisi non rimanga più nulla”. I problemi del territorio però non si fermano alle questioni del lavoro, infatti è stata al centro di tutti gli interventi della giornata la questione ambientale e sanitaria. La CGIL Calabria, per voce del suo Segretario generale, indica nella cifra di 600 il numero dei siti dove sono state stoccate sostanze pericolose, per l’ambiente e per la salute di tutti, e che necessiterebbero di interventi immediati di messa in sicurezza e bonifica.
Anche il Segretario della CGIL di Reggio Calabria, Francesco Alì, ha insistito su questi temi, spiegando “quanto sarebbe importante investire sull’ambiente e sul clima, sui beni archeologici, sulla storia e le tradizioni per rilanciare la nostra provincia. Invece il ministero per i beni culturali vorrebbe spendere un milione di euro per spostare i bronzi di Riace a Roma, provvedimento che inevitabilmente danneggerebbe le prospettive di sviluppo del nostro territorio; si deve, invece, investire sul territorio ed è per questa ragione che insieme alle forze sane della società stiamo conducendo una battaglia perché un eventuale restauro dei Bronzi si effettui in città e, nello specifico, presso il palazzo moderno e sicuro del Consiglio regionale. Quello che proponiamo è un restauro a porte aperte come quello che nel 1994 portò a Reggio i più grandi esperti del settore e fece diventare il Museo un importante centro di restauro e di ricerca che consentì anche ai visitatori meno esperti una fruizione nuova e fascinosa delle due importanti opere. La crisi si contrasta non solo con interventi che sostengono le famiglie in un momento di difficoltà, ma anche investendo sul futuro. È per questo che la nostra delegazione è salita a Roma con uno striscione che riportava lo slogan: ricostruiamo il futuro “.
A portare il saluto e il sostegno della Segreteria Nazionale della CGIL il Segretario Confederale Agostino Megale che nel suo intervento ha ricordato la necessità del raddoppio dei tempi della Cassa integrazione ordinaria, l’innalzamento dei massimali e una ristrutturazione del sistema degli ammortizzatori sociali che veda includere anche i tanti precari che hanno perso il posto di lavoro e aggiunge “se il governo ha fatto poco e nulla per contrastare la crisi, ancora meno ha fatto per il sud del nostro paese. Continuo a non capire perché il governo non mette al primo posto la riduzione delle tasse sui lavoratori e sui pensionati. Il governo si dimentica che l’introduzione dell’Irap nel ‘98 ha già portato una riduzione di ben sette tasse”