Condannato il Comune di Reggio Calabria a fornire all’Unione Nazionale Consumatori Calabria tutti gli atti relativi ai depuratori. Lo ha deciso il Tar sezione di Reggio Calabria, con sentenza del 21 Ottobre 2009, depositata il successivo 3 Novembre, accogliendo il ricorso presentato dall’avv. Carmela Messineo, consulente legale del centro di orientamento giuridico del consumatore. La battaglia legale era iniziata nel mese di maggio 2009 allorchè l’Unione Nazionale Consumatori Calabria aveva chiesto tramite l’istanza di accesso, all’amministrazione cittadina una serie di atti: lo scopo era quello di verificare la funzionalitá degli impianti di depurazione, per comprendere se le tariffe dovessero essere pagate o meno dai cittadini, a seguito della sentenza n° 335 del 08.10.2008 della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti “anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, nonché quando manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi».
L’Unione Nazionale Consumatori Calabria aveva dunque chiesto al Comune alcune informazioni e precisamente: ubicazione dei depuratori, popolazione e zone servite, tipologia degli impianti e rispetto della legge ambientale. La risposta dell’amministrazione? Il silenzio. E allora L’UNC Calabria in data 24.07.2009 avvalendosi anche del D.Lgs. n° 195 del 2005 concernente l’accesso alle informazioni ambientali, ha presentato ricorso al Tar, ad ottobre l’ha discusso ed è stato accolto dal tribunale amministrativo regionale sezione staccata di Reggio Calabria.
Pertanto il Comune di Reggio Calabria dovrá fornire gli atti richiesti da tempo e precisamente in relazione alle acque reflue: gli atti e i provvedimenti aventi ad oggetto l’ubicazione dei depuratori e/o impianti centralizzati nelle aree servite, le unità di popolazione servita ed elenco delle zone e/o comuni serviti, la tipologia degli impianti “fanghi attivi, biologico, chimico”, la conformità degli impianti alla legge ambientale, gli atti e/o provvedimenti aventi ad oggetto interventi programmati e tutti quelli effettuati negli ultimi due anni, ogni altro atto e/o provvedimento connesso e/o collegato.
Una volta in possesso della documentazione necessaria, l’Unione Nazionale Consumatori Calabria, potrá esaminare la situazione, controllare lo stato della depurazione sul territorio e, nel caso di inadempienze da parte del Comune, decidere di applicare la sentenza della Corte Costituzionale evitando di far pagare ai cittadini, le relative tariffe richieste in bolletta, riguardanti i canoni di depurazione e da considerarsi illecite ed illegittime nel caso in cui i comuni non dispongano di tale servizio, alla luce anche della normativa più recente che prevede il rimborso rateizzato e parziale, dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento già avviate delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione, nel rispetto dei tempi programmati.
Il Presidente Regionale
Avv. Saverio Cuoco