Catania. Nelle prime ore di stamane, personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto due uomini e una donna, colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, in data 24.11.2009, dal gip del Tribunale di Catania in quanto responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine in abitazione e altri reati contro il patrimonio, nonché in materia di stupefacenti.
Il medesimo provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere ad altri due uomini in atto detenuti per altra causa.
Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale A. Costanzo, su richiesta del sostituto procuratore A. Sorrentino, sono state emesse a conclusione dall’attività investigativa espletata a seguito della recrudescenza di furti e rapine in abitazioni commesse, dall’inizio dell’anno in corso, nella zona della Playa di Catania e lungo tutto il litorale fino alla provincia di Siracusa.
Le investigazioni, condotte in parte con la collaborazione del Compartimento Polizia Stradale di Catania, hanno preso avvio da una rapina particolarmente cruenta, da avere avuto vasta eco dagli organi di stampa, avvenuta l’8.1.2009, in danno di due anziani coniugi, rapinati all’interno della propria abitazione, da almeno quattro giovani, dei quali uno armato di coltello, che non hanno esitato a percuoterli violentemente. I malviventi, nell’occorso, avevano asportato, oltre a denaro contante, tre telefoni cellulari.
Le investigazioni condotte sia con metodi tradizionali che con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno permesso di acclarare innanzi tutto la responsabilità penale di uno degli uomini quale coautore della citata rapina. Questi è figlio di noto pregiudicato, organico al clan Cappello.
Le altre rapine sulle quali è stata fatta luce sono quelle commesse:
- il 20 febbraio 2009, nel primo pomeriggio, nella zona di Vaccarizzo, nel corso della quale due malviventi facevano irruzione all’interno di un’abitazione e, dopo avere percosso con calci e pugni una persona anziana, si impossessavano di oggetti preziosi, orologi e della somma di 150,00 €. Per questo episodio venivano individuati quali responsabili Pietro Catanzaro ed un minore.
- il 19.03.2009, nel territorio del comune di Carlentini (SR), nel corso della quale tre persone, dopo avere aggredito un anziano che si trovava all’esterno della propria villetta, lo costringevano ad entrare all’interno di casa e lì asportavano telefoni cellulari, denaro ed oggetti in oro. Infine si davano alla fuga a bordo dell’autovettura di proprietà della vittima. Per questa rapina sono stati individuati quali responsabili due uomini ed un minore.
- il 14.04.2009, nella spiaggia in località Sabbione del comune di Augusta (SR), due malviventi aggredivano due donne, un’anziana con la figlia, mentre si trovavano nei pressi della loro villetta estiva. Dopo averle colpite con calci e pugni, le rapinavano degli effetti da queste custoditi e dell’autovettura a bordo della quale fuggivano, senza aver avuto il tempo di entrare all’interno dell’abitazione poiché le due donne avevano cominciato ad urlare. In questo caso sono stati individuati quali responsabili un uomo ed uno dei minori.
I tre minori sono stati già arrestati da questa Squadra Mobile in data 15.11.2009, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere con la quale sono state contestate alcune delle rapine suddette ed altre.
La continuità con la quale venivano consumate le azioni criminose, tra le quali numerosi furti in abitazione compiuti nella medesima zona nel periodo invernale quando le abitazioni sono disabitate o comunque occupate da persone che si trovavano fuori per motivi di lavoro, hanno confermato l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere della quale sono ritenuti promotori ed organizzatori due coniugi. Costoro, oltre a fornire il necessario supporto logistico, si occupavano di piazzare la merce rubata o rapinata.
L’allocazione della loro abitazione nella zona teatro degli eventi delittuosi, consentiva al gruppo, non solo di avere piena cognizione degli obiettivi di rapine e furti, ma di trovare immediato rifugio al termine delle scorribande.
Nel corso dell’indagine, è stato accertato che i giovani malviventi erano soliti fare uso di sostanza stupefacente del tipo marijuana, che veniva loro ceduta proprio dai coniugi.
Un uomo, personaggio estraneo all’associazione, aveva l’esclusivo compito di ricettare parte della merce rapinata o rubata.