Crotone. I carabinieri della Compagnia di Crotone, diretta dal capitano Domenico Dente, unitamente ai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Crotone, hanno denunciato, in stato di libertà un imprenditore di 66 anni, attualmente ristretto presso il carcere di Crotone, per il presunto reato di ricettazione e/o impossessamento di beni archeologici. L’uomo, a seguito di perquisizione domiciliare contestuale all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha dato origine all’operazione Domino e che ha visto, fra gli arrestati, proprio il 66enne, è stato trovato in possesso di 2 anfore in terracotta, di pregiato valore storico ed artistico, delle dimensioni di cm 20 per cm 30, arricchite da decorazioni geometriche di tipo ellenico, facenti parte, probabilmente, di un corredo alimentare, presumibilmente risalente al periodo corinzio (VII sec. a.C.) o, al massimo, al periodo romano (I-II sec. a.C.).
Alla richiesta dei militari, l’uomo, evidentemente imbarazzato, non ha fornito alcuna giustificazione circa la provenienza del materiale, probabilmente di origine locale, chiudendosi nel più assoluto silenzio. Il materiale, posto sotto sequestro e messo a disposizione della Procura della Repubblica, è stato rinvenuto sopra un armadio di una delle camere da letto dell’abitazione dell’imprenditore, occultato in dei sacchi di carta per il pane, a loro volta ricoperti di cellophane. Dopo il repertamento, eseguito dai carabinieri specializzati nelle investigazioni scientifiche, il materiale è stato affidato in custodia giudiziale al Museo archeologico nazionale di Crotone. Sarà adesso un esperto della Soprintendenza ai beni culturali a stabilire l’esatta datazione dei reperti.
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