Reggio Calabria. «Siamo noi gli inabili che pure avendo a volte non diamo». E’ iniziata con questa frase tratta dalla canzone “Nei giardini che nessuno sa” di Renato Zero, la tavola rotonda dal titolo “Le politiche per l’inclusione delle persone con disabilità e il sostegno alle famiglie. L’Europa può aiutarci?”. Organizzata al Cedir con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria, l’iniziativa scaturisce dal Progetto “Disability and social exclusion” per la lotta all’esclusione sociale delle persone con disabilità, coordinato dall’Istituto per gli Affari e co – finanziato dalla Commissione europea ed appoggiato da diverse associazioni. «Lo scopo di questa giornata – ha spiegato l’assessore Tilde Minasi – è la condivisione di esperienze positive di inclusione sociale, soprattutto alla luce delle nuove sfide poste a tutti gli attori istituzionali e sociali dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed in vista dell’anno europeo per la lotta alla povertà e l’inclusione sociale». Interventi, dunque, non più frammentari ma discendenti da un approccio globale che miri ad un reale cambiamento. Secondo l’assessore, è fondamentale che vi sia un intento comune, quello cioè di garantire ai diversamente abili una vita del tutto normale in un ambiente favorevole e non svantaggiato». A spiegare la situazione in cui versa l’Italia sul piano numerico della disabilità, Anna Maria Comito presidente Coface – handicap. «Le nostre priorità – ha chiarito il presidente – sono l’attivazione della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, il sostegno ai familiari, l’integrazione scolastica e la messa in atto di servizi territoriali di sollievo». «Partendo dal presupposto che la famiglia è un luogo privilegiato che garantisce il benessere alle persone disabili – ha continuato Comito – è stata stilata la Carta europea di supporto ai familiari che si prendono cura di congiunti non autosufficienti». Secondo i dati Eurostat, sono sette i casi su dieci di familiari che sono costretti a rinunciare al lavoro perché non vengo sostenuti nel difficile cammino né a livello umano né economico. Diversi gli interventi durante il pomeriggio, attenzione focalizzata sul ruolo dell’informazione e sull’integrazione dei minori con disabilità nella scuola e nei servizi. « Bisogna puntare – ha concluso Giacomina Caminiti del Provveditorato degli studi reggino – sulla formazione di figure specializzate, non più una formazione volontaristica ma scientifica».
Dominella Trunfio