In Italia il 14 ottobre 2007 è stato fondato il Partito Democratico, un partito che ha deciso di avere nel proprio DNA “la partecipazione popolare”. Una partecipazione che fa diventare tutti i cittadini che lo vogliono “soggetti fondanti”: persone che diventano determinanti nelle scelte messe in campo di volta in volta dal partito Democratico. Un PD che per poter fare questo si è dotato di uno strumento innovativo: le primarie. Ha fatto ricorso ad esse sia per eleggere le proprie assemblee costituenti sia per lo svolgimento del primo congresso, scegliendo così i propri dirigenti e segretari ai vari livelli.
Inoltre, il Partito Democratico calabrese ha indicato nel proprio statuto la necessità di ricorrere all’istituto delle primarie per la scelta di qualsiasi candidatura , cercando così di restituire ai calabresi quella sovranità popolare scippata a tutti gli italiani da un governo di destra che con l’introduzione della Legge n.270/2005 ha abolito la preferenza nella elezione dei parlamentari.
Verso lo stesso indirizzo è andata l’azione del PD della Provincia di Reggio Calabria che all’indomani della sua costituzione ha proposto una legge di iniziativa popolare per il ripristino della preferenza nelle elezioni politiche.
Ritengo, pertanto, che in ossequio a questo percorso intrapreso sarebbe una contraddizione che il partito Democratico non ricorra alle primarie anche per la scelta del proprio Candidato alla Presidenza della Regione Calabria in vista delle prossime elezioni regionali.
E’ stato sconcertante apprendere dell’esosità dei costi previsti per il loro svolgimento…..
La logica stessa ha portato subito a paragonarli con quelli accentuatamente minori previsti in Toscana, regione con una più alta densità di popolazione rispetto alla Calabria.
Tutto questo ha fatto emergere una domanda: forse qualcuno ha paura di affrontare le primarie?
Perché si dovrebbe aver paura di questo strumento che è un esempio fondamentale di trasparenza democratica?
Uno strumento che metterà in evidenza non scontri ma semplicemente dei progetti , dei programmi e delle idee che certamente faranno bene alla Calabria perchè partecipate.
Ma poi viene spontaneo chiedersi, se si è così sicuri di vincere le prossime elezioni regionali, perché si dovrebbe aver paura di affrontare l’appuntamento del 17 gennaio?
Forse perché con coraggio si sta facendo chiarezza su tante situazioni che fino ad oggi erano rimaste nell’ombra?
Non è stato forse un errore (come nel caso sanità) nascondere per cinque anni responsabilità che erano di altri, soprattutto della destra che aveva governato male la Calabria?
Non è forse un errore pensare di vincere riproponendo soltanto le vecchie alleanze?
E’ chiaro a tutti gli italiani che con gli ultimi appuntamenti elettorali il pianeta politico è stato stravolto, vero è che tante forze politiche e della cosiddetta sinistra radicale non hanno più rappresentanti in Parlamento.
Come si può far finta di non sapere che quello che è rimasto dell’UDEUR si è alleato con il centrodestra e che l’IdV (oltre all’UDC) ha chiesto a noi condizioni di discontinuità rispetto all’attuale governo regionale?
In quest’ottica è chiaro che diventa fondamentale allargare le alleanze diventando convincenti con le altre forze politiche, proponendo una nuova alleanza nella quale non si parli di accentramento di poteri nei confronti di una sola persona ma di gestione collegiale per amministrare la nostra bella Calabria, rivoltandola veramente come un calzino: insieme.
Per fare ciò occorre una robusta investitura popolare che può avvenire soltanto con le primarie del 17/Gennaio2010.
Franca Milazzo
Circ. PD “I. Falcomatà” RC
Direzione Provinciale PD
Reggio Calabria