Siderno. “L’attuale maggioranza in Parlamento è arrivata a governare il Paese spaventando la gente, facendo leva su paure ed egoismi, ma poi cos’ha fatto a Rosarno? Nulla di nulla. Prima ha varato la legge Bossi–Fini, poi in questa legislatura non è riuscita nemmeno ad applicarla, facendo sì che anche quel comune calabrese si trasformasse in una polveriera sociale”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova, intervenendo a Siderno a un incontro organizzato sulle primarie aperte che si svolgeranno in tutta la Calabria il prossimo 17 gennaio per la selezione del candidato alla presidenza della Regione. “Un governo efficiente avrebbe dovuto impedire che si creassero quelle condizioni sociali drammatiche. Non c’è alcun dubbio che la ‘ndrangheta, che esiste ed è assai pervasiva, eserciti un vero e proprio monopolio sul lavoro nero, ispirando o lasciando agire i balordi la cui azione era mirata a provocare reazioni irrazionali e violente che poi si sono verificate. Non ci voleva un mago – ha aggiunto Bova – per capire che, arrivati a quel punto, a Rosarno sarebbe bastato pochissimo per accendere la miccia delle reazioni, anche da parte della popolazione impaurita. In questo senso, ha ragione Casini: lì lo Stato è morto perché ha dimostrato di non essere in grado di né salvaguardare i cittadini, né di mettere in pratica le politiche che le leggi prevedono per gli immigrati. Il disastro è compiuto – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – tutto questo serva almeno da monito che eviti alla Calabria e al nostro Paese altre siffatte insopportabili esplosioni, che sancirebbero non solo la crisi profonda e strutturale delle politiche di sostegno sociale a favore dei migranti, ma un vero e proprio fallimento di un modello civile di comunità non più capace di accogliere, includere e promuovere”.
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