La Legislatura che sta per concludersi si è contraddistinta per l’incapacità di svolgere proficuamente, la funzione primaria, e cioè la programmazione. L’attività istituzionale ed amministrativa ha evidenziato gravi carenze, sostanzialmente riconducibili all’assenza di atti concreti, in grado di incidere positivamente nella realtà sociale ed economica delle diverse aree territoriali della nostra Regione. Un’impostazione gestionale improduttiva prontamente rilevata, nel corso di questi anni, non solo negli ambienti istituzionali, ma dalle organizzazioni sindacali,dalle forze sociali ed economiche, aspramente critici dinanzi alle parvenze progettuali, del tutto inidonee ad avviare percorsi risolutivi correlativamente alle priorità incombenti nei vari settori dell’Amministrazione regionale.
Incapacità di definire strategie programmatiche facilmente riscontrabili anche nel settore delle Politiche sociali e della Famiglia. Settore in cui i continui rinvii e differimenti, l’assenza di volontà politica nell’affrontare alcune problematiche di fondo, hanno costituito e costituiscono la manifestazione esteriore di grande difficoltà, “di impossibilità” di fornire risposte immediate, di fornire assetti normativi per regolamentare aspetti rilevanti della vita sociale.
Esempio eclatante in tal senso, l’assenza di regolamentazione in materia di Asili nido. A tutt’oggi, come rilevato a più riprese nel corso di questi anni dal Presidente della FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), sig. Leonardo Manti, non si è riusciti ad esaminare ed approvare una legge a favore dei bambini calabresi. A fornire la Calabria di una legislazione per gli asili nido, strutture indispensabili per migliaia di famiglie. Nella nostra Regione vi sono quasi 200 nidi e micro nidi che assistono oltre 27.000 calabresi. Ciò nonostante le reiterate rassicurazioni di organi apicali a livello istituzionale e nonostante la presentazione di un mio progetto di legge, n. 54 / 8 del 7 novembre del 2005.
Esso progetto riguardante “ Norme per i servizi socio – educativi per la prima Infanzia” a tutt’oggi, a fine legislatura, attende ancora di essere inserito all’ordine del giorno e quindi discusso ed esaminato in sede di lavori consiliari.
Un progetto che regolamenta e definisce i criteri per la realizzazione di servizi socio-educativi per la prima infanzia pubblici e privati, rivolti a garantire ed offrire ai bambini un luogo di formazione, cura e specializzazione nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive e sociali. Tali strutture sostengono le famiglie nella cura dei figli, con particolare attenzione alle famiglie monoparentali o in difficoltà, facilitano l’accesso delle donne al lavoro e promuovono così la conciliazione delle scelte professionali e familiari di entrambi i genitori. Le finalità del nido d’infanzia sono, altresì, quelle di garantire ad ogni bambino o bambina che lo frequenti uguali opportunità di apprendimento e socializzazione, senza alcuna distinzione di razza, di religione o stato fisico, offendo una proposta educativa che rifletta le potenzialità e le reali caratteristiche del bambino, con costante attenzione alla famiglia e ai bisogni che la complessità della società attuale induce. Le strutture vengono definite micro nido integrato poiché sono inserite in forma autonoma e indipendente in un organismo, la scuola materna paritaria o vigilata già esistente e funzionante, che offre una proposta educativa e di servizi (mensa, spazio gioco, servizi comuni) con costante attenzione alla famiglia.
Non possiamo che augurarci a questo punto che a seguito di una insperata e ormai definitiva “spinta propulsiva”, esso progetto possa giungere in aula, nonostante le pendenze legislative ancora incombenti e prioritarie, quali il bilancio e la legge elettorale, che debbono trovare soluzione prima della fine della Legislatura.
On. Giovanni Nucera
Consigliere Regionale PdL
Regione Calabria