L’Istat ha reso disponibili i principali risultati della rilevazione sui matrimoni celebrati in Italia, basata sui registri di Stato civile comunali, aggiornati all’anno 2008. La rilevazione consente di monitorare per ciascun comune di celebrazione l’ammontare dei matrimoni religiosi e civili e le nozze con almeno uno sposo di cittadinanza straniera. I dati individuali sui matrimoni permettono inoltre ulteriori approfondimenti conoscitivi con riferimento alle principali caratteristiche socio-demografiche degli sposi. Dai dati emerge come il sud e le isole (4,9 e 4,7 per mille abitanti) siano in testa per numero di nozze celebrate, rispetto al nord (3,6) e al Centro (4) sul totale di nozze fra celibi e nubili che rappresenta l’86,2% del totale. A guidare la speciale classifica sono la Campania (5,5), la Puglia (4,8), la Sicilia (4,8) e la Calabria (4,6). Fanalino di coda il Friuli Venezia Giulia (3,3). Le seconde nozze fra divorziati sono il 92,1% del totale delle unioni successive. Sono piu’ diffuse al Nord; in particolare in Liguria (24,2%), in Friuli Venezia Giulia (22,7%), in Piemonte 822,2%). All’opposto ci sono Basilicata (5,8%) e Calabria (6,5%).
Ecco inoltre i dati Istat, regione per regione relativi ai primi matrimoni nel 2008: Piemonte 16.258, Valle d’Aosta 507, Lombardia 34.327, Trentino-A.A. 3.563, Bolzano 1.785, Trento 1.778, Veneto 18.661, Friuli-V.G. 4.089, Liguria 6.251, Emilia-Romagna 14.892, Toscana 15.083, Umbria 3.725, Marche 5.881, Lazio 22.389, Abruzzo 4.883, Molise 1.205, Campania 31.795, Puglia 19.714, Basilicata 2.410, Calabria 9.305, Sicilia 24.344, Sardegna 7.331. Nord-ovest 57.343 (3,6), Nord-est 41.205 (3,6), Centro 47.078 (4,0), Sud 69.312 (4,9), Isole 31.675 (4,7).
Questi infine i principali risultati esposti nel rapporto Istat sul Matrimonio in Italia: nel 2008 sono stati celebrati in Italia 246.613 matrimoni, circa 4 ogni mille abitanti. Il matrimonio è una scelta sempre meno frequente: la diminuzione delle nozze è in atto dal 1972, anno in cui sono stati celebrati quasi 419 mila matrimoni (7,7 nozze per mille abitanti). A diminuire sono i primi matrimoni, la quota più consistente del totale delle celebrazioni: le nozze tra celibi e nubili sono passate da quasi 392 mila nel 1972 (il 93,5 per cento del totale) a 212.476 nel 2008 (l’86,2 per cento). Nel 2008 si sono registrati 518 primi matrimoni per mille celibi e 580 per mille nubili, valori quasi dimezzati rispetto al 1972.
I primi matrimoni, inoltre, sono sempre più tardivi: gli sposi alle prime nozze hanno in media 33 anni, le spose quasi 30. In progressivo aumento, al contrario, sono i secondi matrimoni o successivi, per un totale di 34.137 nel 2008, il 13,8 per cento del totale (erano il 6,5 per cento nel 1972). Si conferma la tendenza all’aumento dei matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera: 37 mila nel 2008 (il 15 per cento del totale), con una quota molto consistente di “matrimoni misti” (oltre 24 mila celebrazioni), ovvero le coppie in cui un coniuge è di cittadinanza italiana e l’altro è straniero.
Uno dei tratti più evidenti del mutamento in atto è l’aumento dei matrimoni celebrati con il solo rito civile, per un totale di 90.582 matrimoni (uno su tre). Questa scelta riguarda sempre più spesso anche le prime unioni: oltre un quarto delle nozze tra celibi e nubili è stato celebrato in Comune, quota che scende ad un quinto se si considerano esclusivamente quelli in cui gli sposi sono entrambi italiani, una proporzione comunque quasi raddoppiata in 15 anni.