Palermo. Il ricettatore è nell’ambiente criminale chi acquista e occulta oggetti provenienti da altri delitti. Molto spesso è un reato sottovalutato poiché la figura del ricettatore nell’immaginario collettivo non desta particolare preoccupazione, in quanto non crea allarme sociale. Questi personaggi hanno stretti legami con il mondo della microcriminalità, un vero e proprio punto di riferimento soprattutto per gli autori di reati contro il patrimonio, come scippatori, ladri e rapinatori perché costituiscono il metodo più rapido e vantaggioso per liberarsi della refurtiva trasformandola in contanti. Il ricettatore, normalmente non è una persona di grande preparazione culturale o comunque che possa vantare un’istruzione scolastica elevata. È però molto abile nel riconoscere il valore commerciale dei prodotti che gli vengono consegnati, una cultura “criminale” a 360°, capace di valutare nell’immediatezza la refurtiva che gli viene sottoposta, un universo che può andare dai gioielli all’hi-tech, dalle macchine o motocicli e ciclomotori ad oggetti d’arte ed antiquariato. Esistono figure specializzate tra i ricettatori, alcuni di loro sono: esperti in orologi di note marche particolarmente costose; in gioielli e pietre preziose; in attrezzi agricoli e di ferramenta; in capi di abbigliamento alla moda di marche italiane ed estere; o ancora in autovetture, motocicli o parti di essi, natanti e motori marini. In merito, eclatante è stato il rinvenimento del 28 ottobre 2009 effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Palermo, in quell’occasione sono state denunciate in stato di libertà tre persone, poiché trovate in possesso di calzature e capi d’abbigliamento trafugati pochi giorni prima e poi restituite ai titolari dell’esercizio Tod’s di via Libertà. Come quello del 5 dicembre 2008, quando i militari della Compagnia di Palermo hanno recuperato 100 capi di abbigliamento trafugati qualche giorno prima nei magazzini della Rinascente di Palermo, per un valore di circa 15.000 euro.
Oggetto di ricettazione non sono solo i metalli preziosi quali oro e argento, ma anche il rame, cosiddetto “oro rosso” il cui furto e successiva immissione nel mercato attraverso circuiti clandestini, sembra essere in diminuzione dopo un paio di anni in cui si erano registrati numerosi avvenimenti di questo tipo. Tra i casi più interessanti, in questo campo, per l’anno 2008 è stato quello del 13 maggio, quando i Carabinieri della Compagnia di Carini misero le manette ai polsi dei titolari della “Trinacria Metalli”, ditta operante nell’export di metalli riconvertiti. Nel corso dell’operazione sono stati recuperati oltre 120 tonnellate di cavi provenienti da furti, di cui 35 recanti ancora il marchio delle società.
Per l’anno in corso i Carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi dopo aver fermato un’autovettura sulla Statale 121 in direzione Agrigento, a seguito della perquisizione hanno rinvenuto celati nel cofano un chilometro di cavi elettrici con filamenti in rame e hanno così potuto denunciare tre rumeni. Infatti in taluni casi la figura del ricettatore coincide con quella del ladro perché commette il furto per poi “piazzare” quanto rubato anche se, molto spesso è il punto di congiunzione tra l’autore del reato e l’acquirente. Per questo motivo è possibile trovarlo sia nei sobborghi cittadini, nei mercati rionali o nei quartieri malfamati e sempre intento a vendere merce “scomoda” in cambio di denaro o altra mercanzia. Tuttavia è possibile trovarlo anche nelle zone più “in” della città. Questi sono i veri e propri esperti d’arte e d’antiquariato ma anche di oggetti preziosi. Questi individui sono integrati nel mondo del commercio d’elite e facilmente riescono ad avere contatti con acquirenti disposti a pagar grosse somme per pezzi unici. Ciò è stato dimostrato dai fatti risalenti al 23 settembre scorso, quando i Carabinieri della Compagnia di Palermo San Lorenzo hanno potuto denunciare la titolare di una gioielleria di via Mariano Stabile che esponeva monili ed oggetti in oro provenienti da un furto perpetrato in un appartamento di via Alcide De Gasperi, in quell’occasione il valore complessivo di quanto rubato è stato stimato in circa 100.000 euro.
Per quanto riguarda le opere d’arte i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno istituito una banca dati ad hoc che raggruppa tutte le opere d’arte trafugate negli anni, la cui consultazione è necessaria per coloro i quali intendono acquistare oggetti d’arte in tranquillità e sicurezza, senza dover imbattersi in un “incauto acquisto” con successivi problemi con la legge. Nella maggior parte dei casi, la ricettazione è punita con la denuncia in stato di libertà perché richiede, subito dopo la scoperta del fatto reato, alcuni accertamenti al fine di risalire al proprietario dell’oggetto. L’attività di controllo e contrasto a questo reato è tra le priorità del Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo che continua a tenere alta l’attenzione sul fenomeno.
Sono stati individuati veri veri e propri fermi punti di riferimento come ad esempio il mercato di Ballarò dove i Carabinieri del Nucleo Radiomobile in due distinte operazioni, del 6 ottobre 2009 e dell’8 febbraio 2010 hanno denunciato tre venditori ambulanti sequestrando attrezzi per l’agricoltura, per il giardinaggio e per l’edilizia, tutti di dubbia provenienza.
La ricettazione in questi ultimi anni, ha toccato anche il campo della tecnologia. Infatti, sempre più spesso la figura del ricettatore si occupa della rivendita di oggetti come: PC, cellulari e smartphone dell’ultima generazione, notebook, netbook, hi-fi, televisori lcd o al plasma ed altro ancora.
Tuttavia è principalmente il mercato delle quattro/due ruote a fare da padrone in quest’attività di vaste proporzioni: conoscendo la persona giusta, si può acquistare l’oggetto desiderato con una minima spesa, o rientrare in possesso di quanto gli è stato sottratto. Gli ultimi due casi di arresto per ricettazione d’auto risalgono all’11 marzo quando i Carabinieri della Compagnia di Misilmeri hanno fermato a Marineo due persone, sorprese a bordo di un Piaggio Ape Car risultato oggetto di furto, e intente a trasportare rifiuti pericolosi. Invece il 21 marzo i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno condotto ai domiciliari un palermitano di 32 anni condannato dal Tribunale di Palermo a due mesi di reclusione.
Oggi risalire all’origine furtiva o meno di macchine e moto è più semplice trattandosi di oggetti “censiti” in banche dati, alimentate dalle Forze dell’Ordine a seguito di denunce sporte da cittadini. Queste permettono un’immediata consultazione e identificazione di un oggetto di dubbia provenienza. La stessa cosa vale per telefoni cellulari, per la presenza di un codice Imei, o per PC, che possiedono un codice identificativo; a differenza di oggetti, che non possiedono matricole o codici d’identificazione e che richiedono un’attività investigativa maggiore e meno rapida poiché la loro provenienza non è immediatamente rintracciabile. Quanto appena riportato non era a conoscenza dei tredici denunciati in stato di libertà dai Carabinieri dalla Compagnia di Carini il 13 aprile 2008. Le indagini degli uomini dell’Arma hanno dimostrato che gli acquirenti erano pienamente consapevoli della provenienza illecita dei cellulari e del loro prezzo di gran lunga inferiore a quello di mercato, i telefoni facevano parte di uno stock provento di una rapina operata da due giovani ai danni del corriere di un centro commerciale del carinese.
Sono tre i casi di cronaca più recenti e riguardano nello specifico in ordine cronologico armi, autoveicoli ed attrezzi per l’edilizia.
Il primo caso è stato scoperto dai Carabinieri della Compagnia di Palermo Piazza Verdi che hanno effettuato una perquisizione in un magazzino di via Porta Carini, nel centro cittadino, a seguito della quale hanno rinvenuto e sequestrato 6 cartucce calibro 9 millimetri parabellum, 37 cartucce di vari calibri per armi comuni da sparo ed una pistola giocattolo calibro 8 millimetri priva del tappo rosso.
Il proprietario del magazzino, palermitano di 53 anni, conosciuto nel quartiere “Capo” per il suo atteggiamento prepotente, è stato tratto in arresto e sottoposto al rito direttissimo conclusosi con la convalida dell’arresto e la sottoposizione dell’uomo all’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. La pistola ed il munizionamento sono state inviate presso il Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Messina, dove la pistola verrà sottoposta ad esami tecnici balistici per verificare se sia mai stata utilizzata in azioni delittuose, mentre per quanto riguarda il munizionamento da guerra sarà necessaria la catalogazione che consiste nell’identificazione del lotto e della provenienza o meno di furti, infine le cartucce di calibri diversi, verranno comparate con la pistola e ne sarà verificata la provenienza.
Nel secondo caso sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo Radiomobile che hanno arrestato un palermitano di 24 anni. La pattuglia stava transitando in vicolo Martorana quando ha notato l’uomo che “armeggiava” con martello, cacciavite ed altri attrezzi su di una Fiat Uno, i militari si sono avvicinati per verificare cosa stesse facendo l’ha sorpreso mentre era intento a sostituire la targhetta del telaio. I Carabinieri hanno voluto approfondire gli accertamenti sull’autovettura che è risultata rubata nella serata precedente, le targhe originali erano state sostituite con quelle di una Fiat Uno di proprietà del giovane, già rottamata. L’uomo è una vecchia conoscenza dei militari dell’Arma, infatti era stato arrestato con l’accusa di furto aggravato i primi di marzo con un altro personaggio già conosciuto, dai Carabinieri della Stazione di Palermo Falde al termine di un lungo inseguimento in via Archimede. In quell’occasione era stata rubata una Fiat 500 in zona via Montepellegrino. L’uomo dopo le formalità rito è stato associato alla casa circondariale dell’Ucciardone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Anche l’ultimo caso in questione è stato scoperto dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Palermo, i militari hanno effettuato un servizio nel noto mercato cittadino “Ballarò con l’obiettivo di ricercare eventuale merce provento di furto. I Carabinieri hanno notato immediatamente che un uomo aveva posto su di un bancone, in bella mostra, attrezzi per il giardinaggio e l’edilizia. È bastato poco perché i militari scoprissero la “merce” (compressori, idropulitrici, trapani, smerigliatrici, martelli pneumatici) per un valore di mercato di circa 20.000 euro, era tutta di provenienza furtiva, il venditore ambulante, palermitano di 59 anni, è stato naturalmente denunciato.
Inoltre si riportano di seguito alcuni dati statistici relativi al reato di ricettazione:
ANNO 2008
DELITTI | DENUNCIATI A PIEDE LIBERO | ARRESTATI |
112 | 111 | 13 |
ANNO 2009
DELITTI | DENUNCIATI A PIEDE LIBERO | ARRESTATI |
108 | 109 | 09 |
ANNO 2010
DELITTI | DENUNCIATI A PIEDE LIBERO | ARRESTATI |
09 | 16 | 08 |
Il colonnello Teo Luzi, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, ha dichiarato che: “attraverso il circuito della ricettazione la delinquenza mette a frutto i propri proventi illeciti. Per questo, tale condotta criminale non è meno odiosa dei reati che la originano, spesso furti. Si tratta di svendere merce rubata col ché molte persone potrebbero ritenere un “affare” accettare queste “offerte”. Il monito è di diffidare di tali situazioni, ponendo attenzione a non cadere in “incauti acquisti” che rappresentano anch’essi un reato. I Carabinieri continuano ad impegnarsi nel contrasto alla ricettazione con il duplice risultato di impedire il vantaggio economico illecito e di restituire il maltolto a vittime di furti, riconsegnando ai legittimi proprietari oggetti che oltre al valore economico hanno spesso anche un valore affettivo”.