Reggio Calabria. Carabinieri e Polizia di Stato hanno eseguito 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Reggio Calabria, nei confronti di 26 soggetti, indagati – a vario titolo – per associazione di tipo mafioso (cosca di ‘ndrangheta Rodà – Casile), estorsione, danneggiamento, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Le persone colpite dai provvedimenti sono residenti nei Comuni di Condofuri e San Lorenzo della provincia di Reggio Calabria. La cosca Rodà–Casile aveva una vera e propria strategia di controllo del territorio, l’evoluzione dell’attività investigativa, ha delineato le finalità principali della compagine criminale:
- acquisizione del controllo del territorio tramite l’imposizione del racket delle estorsioni a carico degli operatori economici del comprensorio;
- aggressione degli appalti pubblici promossi dal Comune di Condofuri;
- traffico di armi e munizioni.
- condizionamento delle decisioni dell’amministrazione comunale in carica dal 2004 al 2009.
È stata documentata, l’ingerenza della ‘ndrangheta anche nelle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno 2009 in Condofuri, Comune peraltro già commissariato; si è appurato che il sodalizio mafioso era riuscito non solo ad inserire la candidatura di un “proprio uomo” nell’elenco degli eleggibili, ma anche a fargli raccogliere un tale numero di preferenze (il soggetto risulterà il primo degli eletti) da indurre il nuovo capo dell’amministrazione comunale a conferirgli la delega ai Lavori Pubblici del Comune. Anche l’ex assessore risulta tra i ventisei destinatari della misura cautelare.