Guardavalle (Catanzaro). E’ stata denominata “Paredra”, l’operazione che ha portato all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed a 3 misure restrittive degli arresti domiciliari da parte dei carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) ad Arezzo, Catanzaro, Roma e Torino. I provvedimenti, emessi dal gip del Tribunale di Roma Maria Luisa Policelli, che ha accolto l’istanza inoltrata dalla Procura distrettuale antimafia capitolina, hanno smantellato un’organizzazione criminale sospettata di aver dato dato vita ad un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, alla detenzione di armi da fuoco, furti, usura ed accusata, inoltre, dei reati di favoreggiamenti personale, furto e trasferimento fraudolento di valori. Il tutto accompagnato dall’aggravante delle modalità mafiose. Nell’ambito della stessa operazione, sono stati messi i sigilli a tre aziende di Guardavalle, Cumiana, in provincia di Torino e Terranova Bracciolini, nell’aretino, che sarebbero appartenenti a membri dell’organizzazione ed il cui valore supera il milione di euro. Le imprese sono impegnate nel settore dell’edilizia. L’inchiesta, secondo l’ipotesi degli inquirenti, ha sgominato i traffici che venivano gestiti dalle persone coinvolte per conto del clan Gallace, di Guardavalle, le cui attività tese ad insinuarsi nel circuito economico legale dell’area tra Anzio e Nettuno sono da tempo nel mirino degli investigatori. Sulla scorta di quanto emerso nel corso delle indagini, a gestire lo smercio delle sostanze stupefacenti in quella porzione di territorio laziale era Alessandro Andreacchio, che rispondeva ai vertici della cosca Gallace, organizzando anche una banda di piccoli spacciatori che derubavano gli appartamenti per foraggiare il traffico di droga gestito dalla consorteria criminale di Guardavalle