di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Quando l’hanno riportata a riva la sua carnagione era blu e qualcuno l’aveva già data per morta, tanta era l’acqua di mare aveva bevuto, ma è stata rianimata dal personale dell’ambulanza del Servizio d’urgenza ed emergenza medica 118. Tragedia sfiorata nel mare di Catona, questa mattina, quando alle 8,30 è scattato l’allarme annegamento alla sala operativa del Suem 118, diretto dal primario Gabriele Napolitano. L’ambulanza, complice lo scarso traffico del primo mattino agostano, è volata sull’asfalto e in pochi minuti ha raggiunto la spiaggia di Catona. Una volta affidata la bimba alla cura dei sanitari, già durante il trasporto in ospedale l’equipe a bordo dell’ambulanza è riuscita a riportare alla vita la sfortunata bambina. Dapprima è stata ricoverata in rianimazione, dove è tenuta sotto osservazione ed è stata sottoposta a tutti gli esami clinici del caso. La bimba infatti non si trovava intubata, ma a causa dei troppi litri di acqua salata che ha ingerito i sanitari l’hanno tenuta per qualche ora sotto stretta osservazione, per monitorare ed eventualmente intervenire con tempestività agli eventuali danni dello scambio per osmosi di elevate quantità di acqua salata dal sangue ai polmoni. Dopo qualche ora è stata trasferita in pediatria, dichiarata fuori pericolo.
Ancora una volta una riprova della professionalità del personale del 118. Si chiamano Bruno Cara (autista), Patrizia Calabrese (infermiera) e Luigi Di Pino (medico) gli angeli custodi in tuta che hanno salvato la bimba.
Quello di oggi è “solo” uno dei circa 25 interventi giornalieri cui le poche ambulanze in dotazione sono chiamate. Trentun mila gli interventi ogni anno in tutto il territorio provinciale, e 250 mila telefonate ricevute da due soli operatori per turno in sala operativa. Con questi numeri, con le acclarate capacità professionali dimostrate dal personale (quando è messo nelle condizioni di intervenire per tempo), anche il parco ambulanze del 118 meriterebbe un “intervento” di ampliamento.
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