Reggio Calabria. Eseguiti in questo mese di agosto due provvedimenti restrittivi della libertà personale a carico di due reggini in due distinte operazioni di polizia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Calabria, diretto dal vice questore aggiunto Gerlando Costa con la collaborazione del commissario capo Enrico Palermo. Tali operazioni sono frutto della attenzione rivolta dal massimo rappresentante dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica nella Provincia, il Questore Carmelo Casabona, a queste odiose manifestazioni di violenza fisica e psichica in danno, solitamente, di vittime più deboli, costrette a vivere nel terrore dai loro “persecutori”.
L’ultima operazione di polizia giudiziaria è stata conclusa nel pomeriggio di ieri con l’esecuzione della misura cautelare degli arresti ospedalieri a carico di P.C. di 57 anni di Reggio Calabria, il quale già in passato aveva subito ricoveri coatti per trattamenti sanitari obbligatori.
Il provvedimento è frutto delle numerose denunce prodotte dalla sorella dell’arrestato, dal cognato e dal nipote, figlio della sorella, che in più occasioni avevano denunciato l’intollerabile serie di misfatti in loro danno. In più occasioni, infatti, P.C. si appostava con fare minaccioso sotto l’abitazione dei propri parenti, arrivando in un’occasione a danneggiare lo zerbino con il fuoco, mentre in un’altra a tentare di investire con la propria autovettura le povere vittime dei suoi comportamenti devianti.
A seguito delle numerose denunce presentate dalla famiglia, alcune delle quali riscontrate dall’intervento delle “volanti”, il pm competente ha richiesto e ottenuto dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, l’emissione del provvedimento restrittivo degli arresti ospedalieri stante il grave quadro indiziario esistente, nonché le attestazioni relative alla patologia psichiatrica di cui soffre l’indagato, causa dei suoi comportamenti devianti.
Nel pomeriggio di ieri P.C. è stato rintracciato da personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico presso la propria abitazione e condotto presso gli uffici della Questura dove, a seguito delle formalità di rito, è stato condotto presso la sezione carceraria degli Ospedali Riuniti, a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente.
La seconda operazione di polizia giudiziaria per il reato di stalking, ma prima in ordine temporale, ha visto l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura procedere all’arresto in data 11 agosto, in esecuzione della misura restrittiva degli arresti domiciliari, di V.A.D. di 43 anni di Reggio Calabria.
Il provvedimento cautelare è stato emesso a seguito della attività investigativa svolta dall’U.P.G.S.P. le cui informative hanno indotto il pm competente a richiedere ed il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria ad emettere la misura restrittiva a seguito dei reiterati atti di minaccia, di vessazione e di violenza, sia fisica che psicologica, in danno della propria coniuge. L’arrestato, inoltre, dopo aver lasciato la casa coniugale nell’aprile scorso e dopo essere stato colpito dal provvedimento del Giudice Civile di Reggio Calabria del 14 giugno scorso, che ordinava all’autore dell’odioso reato di “non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie” , con condotte reiterate minacciava e molestava la donna, causando alla stessa ed ai suoi quattro figli, un perdurante e grave stato d’ansia e di paura, ingenerando nella donna un fondato timore per la propria incolumità personale e dei propri figli, tanto da costringere la vittima a cambiare le proprie abitudini di vita.
Anche in questo caso, la condotta tipicizzata del reato di stalking si estrinsecava con le continue aggressioni verbali attraverso epiteti offensivi, urlando minacce di morte anche in presenza dei figli, con violenza fisica attraverso schiaffi, percosse e spintoni che in qualche occasione inducevano la donna alle cure del Pronto Soccorso; ed ancora pedinamenti, agguati sotto l’abitazione anche in tempo di notte, con tentativi di forzare gli ingressi dell’abitazione. Tutto questo perché l’arrestato non intendeva accettare la separazione coniugale avvenuta.
Anche in questo caso il grave quadro indiziario ha indotto il pm a richiedere ed ottenere il provvedimento cautelare degli arresti domiciliari che è stato eseguito dal personale delle “Volanti” l’11 agosto scorso.