Lamezia Terme (Catanzaro). “Il fatto che la vicepresidente della Regione Antonella Stasi si dica soddisfatta per la scelta di istituire due enoteche regionali, una a Lamezia Terme e l’altra a Cirò Marina, non deve falsare il vero significato di questo provvedimento: non è una gentile concessione della Regione al comprensorio Lametino, ma la presa d’atto che quell’area è realmente un distretto agroalimentare, nello specifico vitivinicolo ed enologico, che va tutelato e potenziato”. E’ quanto afferma in una nota l’onorevole Antonio Scalzo, consigliere regionale del Partito Democratico in merito al dibattito sull’attivazione di due enoteche regionali in Calabria. “Preferisco parlare di dati concreti, evidenziando – afferma Scalzo – un fatto che deve fare riflettere: in Calabria ci sono oltre trentamila aziende agricole che lavorano nel settore vitivinicolo, e poco più di trenta che invece si occupano della trasformazione. Degli oltre tredicimila ettari di vigneti, appena il 20% circa è doc. Pochi dati che chiariscono, secondo me, la portata del problema: passi per le due enoteche regionali, ma non dimentichiamo che il vero problema è la competitività delle aziende agricole calabresi nel settore vitivinicolo, e la loro capacità di reggere l’export e non impoverire il sistema”.