Reggio Calabria. In merito alla decisione assunta dal senatore Musi, commissario regionale del Partito Democratico, di sostituire i coordinatori provinciali, si riporta di seguito il testo integrale della nota diffusa da Franca Milazzo, commissaria Pari Opportunità della Regione Calabria e membro della Direzione provinciale del PD.
In passato la CIA (intendo la Central Intelligence Agency non la nostra Confederazione Italiana Agricoltori) temeva la nascita di un governo comunista in Italia: da questa paura nacque l’operazione Gladio, che prevedeva la costruzione di arsenali segreti in tutta Italia e la militarizzazione della Sardegna da usare come base di operazione per partire alla riconquista della penisola. L’operazione antidemocratica portata a compimento in Calabria dal senatore Musi contro i militanti ed i simpatizzanti del PD calabrese, che il 25 gennaio 2009, in una giornata temporalesca si sono compostamente messi in fila nelle sedi comunali per decidere e votare l’organizzazione del loro Partito (18 mila per quanto riguarda la sola provincia di Reggio Calabria), ha dei mandanti, che certamente non sono da individuare nella CIA, ma che, invece, evidentemente e semplicemente sono i “Nominati” o aspiranti tali alle poltrone del Parlamento Italiano. Questi signori e signore hanno fatto di tutto per tenere il Partito Democratico calabrese in vita come un paziente in coma profondo attaccato ad una macchina, ma pronti a staccarla al minimo segnale di Autonomia. A differenza della CIA, questi signori temono, per chi non lo avesse ancora capito, l’Autonomia di un partito calabrese, che Vuole decidere in Calabria e non altrove, vuole far decidere i Calabresi, senza sconti per nessuno, su quali saranno le prossime candidature al Parlamento. I Calabresi conoscono bene la totale “inconsistenza” dell’attuale rappresentanza parlamentare (guarda caso decisa allora a Roma ed a noi imposta): alle prossime elezioni politiche per questa “squadra” non ci sarà appello. I Calabresi sono stufi di rappresentanti che, appena eletti, spariscono dal territorio e rimangono indifferenti alle tragedie che stanno vivendo le loro città; sono stufi di persone che grazie ad un cognome simbolo e condannati, tra l’altro, ad essere un riflesso sbiadito, si garantiscono un posto in lista. E’ questo l’origine del terremoto che ha subito il Partito Democratico in Calabria ed in particolare nella provincia di Reggio Calabria. Questi signori ( i nominati) per salvarsi (da disperati) questa volta si sono serviti del sen. Musi, di un signore che calabrese non è, ed hanno tentato la costruzione militarizzata di un “partitino bonsai” nominando soldatini che rappresentano il nulla. Il vero problema per costoro, grazie al giocattolo che hanno costruito, è unicamente “garantirsi” non porsi da antagonisti a tutto quello che in questi lunghi quindici anni ha annientato l’anima del popolo italiano. Per finire, una domanda mi sorge spontanea (come diceva un arguto giornalista televisivo): “come mai a Catanzaro non è stato nominato il coordinatore”? Non attendo risposta, me la do da sola: Loiero, malgrado il disastro elettorale alle elezioni regionali, continua a contare !!!! Accada quel che accada, anche il sole del giorno peggiore tramonta.
Franca Milazzo
Commissaria Pari Opportunità Regione Calabria
Direzione Provinciale Partito Democratico RC