Catania. “Nel paese, a livello politico e sociale, l’idea della introduzione del federalismo fiscale è certamente fortemente condivisa. Anche perché, fino a questo momento, è stata prospettata agli italiani una idea di federalismo equo e solidale”. Ha esordito cosi oggi a Catania, l’assessore all’economia, Gaetano Armao, chiamato a portare il saluto del governo regionale all’annuale assemblea dell’Unione delle Province, riunita al centro fieristico “Le ciminiere”. “Una convinzione – ha continuato Armao – che tuttavia è fortemente messa in discussione dal decreto attuativo varato dal governo nazionale due settimane fa, che si discosta dalle linee guida tracciate dalla legge delega approvata dal Parlamento. La legge 42 del 2009 prevede, infatti, che l’introduzione del federalismo fiscale debba essere accompagnata da due imprescindibili misure senza le quali si spaccherebbe il Paese: la perequazione fiscale e quella infrastrutturale. Senza un riequilibrio delle risorse raccolte e del divario dei sistemi di infrastrutture, le due gambe del federalismo, questo rischia di essere un corpo incapace di andare avanti, di muovere i suoi primi passi”. Chiamato dal presidente della Provincia di Torino Saitta, l’assessore Armao ha anche fornito la chiave di lettura alla proposta della Regione Siciliana di riforma del sistema degli enti locali nell’isola. “La Sicilia è l’unica regione d’Italia interessata da tre aree metropolitane, che raccolgono oltre il 50 per cento della popolazione regionale, ma anche le principali università, attività economiche e culturali. Dinanzi al rafforzamento della loro funzione prevista dalla stessa legge sul federalismo, diventa necessario ridisegnare gli equilibri territoriali, per evitare sperequazioni tra le stesse province (le tre metropolitane rischierebbero di essere fortemente avvantaggiate rispetto alle altre). Ma soprattutto – ha concluso Armao – per dare senso compiuto, fino in fondo, allo statuto siciliano ed alla legge regionale che ha istituito le province regionali, puntando sul principio della libera associazione dei comuni. Dinanzi a queste novità epocali, pensiamo di avere il dovere di presentare delle proposte innovative, che saranno valutate, come prevedono le regole della democrazia, dal parlamento regionale”.
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