Catania. Il 23 ottobre 2010, a conclusione di articolate attività di indagine, condotte in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Alessandria, personale della Squadra Mobile etnea ha arrestato: L.L. di 47 anni, G.M. di 28 anni; G.M. di 56 anni e G.L.P. 25 anni, tutti responsabili di rapina perpetrata il 22 ottobre 2010 ai danni di un laboratorio orafo di Valenza. In particolare, i quattro avrebbero raggiunto la cittadina piemontese, nota per la lavorazione orafa, con due autovetture e avrebbero pianificato già da tempo il delitto; agevolati da alcuni corrieri locali, oggetto di indagine da parte della Squadra Mobile di Alessandria, i rapinatori travisati si erano introdotti nel laboratorio prendendo in ostaggio, sotto la minaccia di un coltello, un operaio di una ditta che stava effettuando lavori di ristrutturazione all’interno dell’esercizio e dopo avere fatto distendere i presenti per terra, i malviventi hanno trafugato tutti gli oggetti preziosi che in quel momento si trovavano all’interno del laboratorio per essere riparati, il cui valore ammontava a circa 60.000 euro. Successivamente i quattro, a bordo delle rispettive autovetture, ripartivano per Catania dove sono stati fermati da personale della Squadra Mobile che hanno perquisito i mezzi rinvenendovi oggetti preziosi riconosciuti dalla titolare del laboratorio come provento della rapina perpetrata a Valenza. Anche gli abiti che i rapinatori indossavano all’atto del delitto sono stati riconosciuti. La conseguente perquisizione domiciliare effettuata presso l’abitazione di L.L. ha permesso di ritrovare, occultati all’interno di un forno, un fucile a canne mozze, un revolver calibro 38 e una pistola semiautomatica 9×21 (entrambe con matricola abrasa) e relativo munizionamento oltre a tre pistole giocattolo prive di tappo rosso; sono stati, altresì, ritrovati altri oggetti preziosi probabile provento di altro reato. Per quanto sopra L.L. è stato anche arrestato nella flagranza del reato di detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizioni. Ad L.L. e G.M. è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere agli altri due quella degli arresti domiciliari. Le indagini sono state coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Catania Agata Santonocito. Il fermo è stato convalidato dal giudice Santino Mirabella.