Il cimitero di Praga (pp. 523, € 19,50) edito da Bompiani, l’ultimo libro di Umberto Eco, è dedicato ai complotti – che avrebbero sempre deciso la sorte del mondo – e ai falsi documenti, in particolare ai I Protocolli dei Savi Anziani di Sion (purtroppo ancora da tanti ritenuto vero), un fantomatico piano ebraico di conquista del mondo. Il protagonista, Simone Simonini, crea documenti falsi per chi è disposto a pagare. Molti hanno espresso perplessità sull’opera, perché potrebbe scatenare uno spirito di emulazione o di simpatia o semplice confusione nel lettore. Ma il personaggio è talmente disgustoso e repellente, sin dalle prime pagine, che è un’ipotesi remota. Certo l’argomento è delicato e va maneggiato con cura. Il libro è strutturato come un romanzo d’appendice dell’Ottocento: con un interessante apparato iconografico. Accanto a Simone Simonini, un personaggio di fantasia, incontriamo numerosi personaggi storici. Uno è calabrese: Domenico Margiotta, massone e giornalista. Margiotta (autore di Studio critico letterario sul calabrese Antonio Jerocades), entrò in rotta con il Gran Maestro del tempo: Adriano Lemmi. Pertanto, decise di abbandonare l’istituzione e iniziò una violenta campagna pubblicistica contro la Libera Muratoria. Il suo libro più famoso è Ricordi di un trentatre: il capo della massoneria universale. In cui denuncia le presunte malefatte massoniche. Talvolta, si disprezza ciò che non si riesce a raggiungere: come già insegnava Esopo qualche secolo fa.
Tonino Nocera