Reggio Calabria. Il miraggio del “modello Reggio” e i bisogni della gente. E mentre sull’altare del primo si incensano gli “eroi” che hanno messo in ginocchio l’Ente di palazzo San Giorgio, sul fronte della quotidianità la sicurezza dei cittadini è quasi un optional per quanti nel centrodestra sono affaccendati nel caso Gatto. Vallo a spiegare agli abitanti del rione San Cristoforo che guardano con apprensione al vallone Croce che, nelle alluvioni del 2008/2009, aveva prodotto ingenti danni e allagamenti. Quella drammatica pagina di storia di questo quartiere, purtroppo, sembra cancellata dalla memoria di chi governa la città, anche perché, dopo i provvedimenti tampone, oggi la situazione appare più drammatica di qualche anno fa. Quell’intervento, all’epoca divenuto provvisorio, non ha risolto il grave stato di pericolo che interessa finanche gli abitanti delle palazzine (“rosa”) ubicate a valle del campo sportivo. Insomma, una minaccia che si estende da S. Cristoforo a Spirito Santo. Più volte, negli ultimi tempi, il problema è stato sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione comunale, ma con scarsi risultati: nessuno, nonostante segnalazioni e solleciti, si è fatto vivo da quelle parti. Eppure, non si tratta di interventi strutturali di grande portata che richiedono grossi investimenti, quanto di lavori di “somma urgenza”. Il rimedio, la costruzione di alcune briglie in pietra, si è dimostrato utile fino a quando le cosiddette vasche ricavate dalla realizzazione della struttura non si sono riempite di materiale fangoso e detriti che durante le piogge invade non solo la rete viaria, ma anche abitazioni e complessi edilizi. E così gravoso pulire le vasche? Oppure si aspetta qualcosa di molto più grave prima strapparsi i capelli?
Rocco Albanese
Consigliere comunale Partito Democratico