Bruzzano Zeffirio (Reggio Calabria). Il libro di Luciano Nocera di Motticella di Bruzzano Zeffirio,”La vita è un giro di giostra”, una raccolta di poesie in lingua e in vernacolo, sta riscuotendo nell’opinione pubblica un grande successo. Luciano Nocera è soprannominato “l’usignolo di Motticella” in quanto, attraverso le sue liriche, canta il travaglio e le storie della sua terra, una terra amara e afflitta da mille problemi e tante contraddizioni. Con quest’opera ha cercato, in un’esplorazione a 360 gradi, di rievocare momenti magici della sua vita e il mondo che lo circonda. Il poeta, oltre alle sue liriche, è conosciuto alla platea televisiva in quanto una sua poesia dal titolo “Faida” è stata la colonna sonora di un documentario TV(Mixer) che raccontava della strage di Motticella, una micro frazione del Comune di Bruzzano Zeffirio salita agli onori della cronaca, negli anni ottanta, in quanto è stata teatro di una sanguinosa faida che ha lasciato sul campo di battaglia oltre cinquanta morti. Nocera, nel corso della sua lunga carriera di poeta, ha collezionato circa 200 primi posti e oltre 300 piazzandosi nei posti di onore per avere partecipato a numerosi concorsi locali e nazionali di poesia. Ultimo in ordine di tempo il premio “Micu Pelle”, premio alla carriera. Fa parte di diritto tra i personaggi della “Storia della Letteratura calabrese” scritta da Pasquino Crupi. Per capire ancora di piu’ la validità dell’opera registriamo il parere di Ettore Bruni, originario di Brancaleone, preside in pensione nei Licei a Pisa, critico letterario e autore di testi scolastici. Dice a proposito Bruni:” Innanzitutto il titolo è molto suggestivo con profondi significati, legati ai fondamentali momenti dell’esistere del poeta. C’è nei versi, parte in lingua e parte in dialetto, il respiro di una poesia autentica densa di reminiscenze, con i suoi valori e significati. Una poesia che possiede una genuina e straordinaria efficacia evocativa. Immagini suggestive, originali. Un “poetare” che suscita attenzione. Belle pagine; meritano di essere conosciute. Un susseguirsi di sensazioni, di evocazioni, di ricordi, in un emozionante “incontrarsi” di realismo e di sogno. Immagini che si legano al presente e al passato, intensamente ed emotivamente legati tra loro. Belle anche le poesie in dialetto”. Il preside Bruni, a proposito del dialetto, ha voluto puntualizzare:” L’uso del dialetto – come ho avuto motivo di sottolineare in altra sede, e che qui soltanto sintetizzo – nell’esprimere pensieri, sentimenti, stati d’animo, aspetti di vita quotidiana, è motivo di compiacimento, perché i dialetti costituiscono preziosi “custodi” della nostra gente. La perdita del loro uso non è soltanto perdita di un tesoro espressivo, ma anche di un patrimonio culturale e di sentimenti. Troviamo nel dialetto sinfonie di suoni e ricchezza di significati che nascono anche da parole e modi di esprimersi che spesso sono in via di estinzione, seppure vitali nei loro significati”. Infine, il critico letterario concludendo il suo giudizio sul volume di Nocera sottolinea “la sincerità, l’originalità, la musicalità della voce poetica, il suo ricco e originale tessuto linguistico”.
Agostino Belcastro