Cagliari. C’era anche un reggino tra i membri della compagnia ennese Triskèle che sabato 4 dicembre si è aggiudicata l’ambìto primo posto della terza edizione del prestigioso “Premio internazionale Andrea Parodi World Music in Sardegna”, dedicato alla memoria del grande artista ligure scomparso, considerato una delle voci più belle al mondo. L’importante manifestazione voluta dalla Fondazione Andrea Parodi si è svolta nella “sala Dino Zedda” della Fiera Internazionale di Cagliari, ed è stata trasmessa in diretta mondiale dalla televisione Videolina e da Radiolina.
Ma chi è questo musicista calabrese? E’ il jazzista Pino Delfino, che ha cominciato la sua attività musicale agli inizi degli anni ’80, suonando con diversi gruppi locali di musica Pop, per poi intraprendere importanti collaborazioni con artisti della realtà musicale del Sud – Italia. Tantissime anche le collaborazioni live da Colombo Menniti, a Crystal White, passando per Ana Flora fino ad arrivare Zé Carlos Da Silva, solo per citarne alcune.
Il contrabbasso reggino resta infatti, affascinato dal Jazz e dalla musica brasiliana, che si aggiungono al repertorio Pop, insieme al Blues e Soul, così dopo aver lavorato molto con un certo numero di progetti musicali quali “Dolphin Trio” e “Masquenada” fino al 1998, fonda con Angelo di Marco, l’omonimo Jazz Trio. “Suoniamo musica originale nostra – precisa il musicista calabrese – e in questo gruppo il mio strumento è il basso elettrico, Angelo di Marco è il pianoforte e il terzo elemento del gruppo, Dino Chiari suona la batteria”. Il Trio ha inciso dischi di musica popolare calabrese come L’amore infinito, datato 2007, e che voleva essere un demo dimostrativo.
“A gennaio uscirà A Sud – continua Delfino – il disco avrà otto brani originali più il remake de “L’amore infinito”, ma in versione cantata da Loredana Melodia di Gela. A questo lavoro ha partecipato anche il trombettista Carmelo Salemi”.
Ma quanto è importante la musica per il musicista reggino? “E’ parte di me, e per questo motivo da sette mesi è divenuto il mio unico lavoro – spiega – ho lasciato il mio posto sicuro come impiegato in un’azienda privata e ho deciso di suonare a tempo pieno. Del resto ho una moglie e due figlie che adoro, e non potevo più continuare a fare le serate tornando magari alle 5 del mattino, per poi andare in ufficio alle 8. Era diventato davvero molto faticoso, e toglieva troppo tempo ai miei affetti”. Una scelta coraggiosa di questi tempi persino per lui, jazzista nell’anima, che si esibisce tutte le sere nei più noti club specializzati della città e dell’hinterland: dall’H 224 in pieno centro di Reggio Calabria a “La Sosta” di Villa San Giovanni, solo per avere un’idea. Lui che suona anche quella che volgarmente si può definire per i non addetti ai lavori, “musica improvvisata”. “Il jazz e la musica brasiliana si prestano molto a questo tipo di interpretazioni, che non sono così tanto improvvisate come potrebbe pensarsi – spiega Pino Delfino – abbiamo dei brani standard come Le foglie morte, che possiamo suonare molto bene anche se uno del Trio è improvvisamente sostituito da un altro musicista che non conosciamo, per un imprevisto dell’ultimo minuto. Se si fanno tre serate, andranno tutte bene ma saranno comunque tutte diverse. L’improvvisazione è relativa. Si parte dal tema, che è la migliore improvvisazione, che viene sublimata, e si lavora sull’armonia del tema stesso per inventare un altro tema. Per capirci meglio, la parte iniziale di un brano è il tema, e il pezzo si scompone di solito in strofa, strofa, ritornello, strofa, a questo punto si conclude con un’improvvisazione”.
Ma torniamo al Premio Andrea Parodi World Music in Sardegna. Due serate all’insegna della musica etnica originale cantata nel proprio dialetto da giovani emergenti. “La caratteristica della gara è data dal fatto che si chiede ai gruppi di partire dalla musica folkloristica del luogo d’origine, per rinnovarla attraverso la ricerca – dice Valentina Parodi, moglie dell’inimitabile Andrea, e presidentessa della Fondazione che ha indetto il Premio”. Una cinquantina i gruppi che si sono proposti, ma solo otto i finalisti. “Sì, ma non perché gli altri non fossero bravi – continua – tutt’altro, solo perché per regolamento se ne dovevano scegliere otto, appunto. Questi accedevano alla semifinale del 3, tra loro venivano scelti quattro che accedevano alla finale del 4 che poi ha incoronato il vincitore di questa edizione 2010, che è stato la Compagnia Ttriskèle di Enna con il brano Fimmini”. Un’importante risposta partecipativa dunque. “Certo, del resto il concorso è solo alla terza edizione e ci vuole tempo per farla crescere, pur essendo già a tutti gli effetti riconosciuta a livello internazionale – prosegue – Valentina Casalena Parodi – la dimostrazione è che questo anno si sono presentate anche un’orchestra slovena e un’altra argentina”.
Cosa rappresenta per Pino Delfino la vittoria della gara. “Una grandissima soddisfazione personale, accompagnata da una forte emozione. Andrea Parodi era davvero una delle voci più belle al mondo…” Eppure il contrabbasso Delfino non è un solista, ma uno dei sei membri della compagnia vincitrice. “Questo è giusto, ma la mia caratteristica non è solo che sono l’unico reggino, ma anche il più giovane come inserimento e l’unico autodidatta. Faccio parte dei Triskèle solo da aprile e con loro ho vinto il Premio Andrea Parodi, che nel nostro mondo è un grandissimo riconoscimento, oltre che un onore”, spiega con estrema umiltà.
La Compagnia è formata da sedici elementi di cui solo sei compreso lui si sono presentati alla gara: Roberta Gulisano, voce solista; Francesca Incudine percussioni e voce, che ha suonato la tammura muta; Mario di Dio e Emanuele Bunetto, chitarre; Carmelo Colajanni, fiati.
Ma cosa dice la Compagnia di Delfino? Ce lo racconta Francesca Incudine: “E’ un bravissimo musicista, il collante tra la Calabria e la Sicilia, il nostro personale Stretto di Messina…”
I vincitori hanno portato a casa una borsa di studio di 2.500 Euro a copertura di tutti i costi della crescita musicale, e hanno diritto alla partecipazione al European Jazz Music Expo.
I secondi classificati, cui è andata la produzione di un videoclip professionale sono i “Yasmin Bradi” di Alghero con la canzone “la Neu”, cioè la neve, cantata in catalano. Un risultato importante per entrambi i gruppi vincitori e per gli organizzatori anche dal punto di vista geografico essendo i vincitori rappresentanti delle due isole maggiori d’Italia.
Una vittoria ancora più significativa visti i giurati. Tra loro nomi di spicco del panorama giornalistico e musicale: l’artista, rappresentante della World Music Sardegna, Elena Ledda, Mario Luzzatto Fegiz del Corriere della Sera, Carlo Argiolas, giornalista de L’Unione Sarda, Gerardo Ferrara di Radio Onda D’Urto di Brescia, il cantautore Gigi Marras, Giacomo Serreli giornalista di Videolina, il chitarrista Gianluca Corona, Gesuino Deiana chitarrista dei “Cordas e Cannas” nonché rappresentante Womad di Peter Gabriel, Cristiano Sanna giornalista di Tiscali, Michele Palmas direttore artistico European Jazz Music Expo e coproduttore con Valentina Casalese di Rosa Resola. Ha presentato la manifestazione Red Ronnie.
Giulia Marcias
(Nella foto: da sinistra con la custodia della chitarra Emanuele Bunetto, Roberta Gulisano e dietro di lei con il fazzoletto rosso al collo Pino Delfino, Carmelo Colajanni, Valentina Parodi presidente della Fondazione dedicata a suo marito, Francesca Incudine e Mario Di Dio).