Reggio Calabria. Arghillà nord è uno dei tanti quartieri sensibili che la vecchia politica delle case popolari ha realizzato in molte città, generando situazioni di emarginazione e di degrado. E’ possibile affermare che il modello di case popolari al quale si rifà Arghillà nord, che costituisce la causa dei suoi problemi, è il concentramento di tante famiglie svantaggiate in un luogo; concentramento che, secondo gli studi scientifici, porta alla somma degli svantaggi sociali degli abitanti facendo del quartiere un luogo di emarginazione. Oggi, per affrontare la questione Arghillà non esiste alcun progetto che punti ad affrontare la causa principale del problema, ma si preferisce perdere tempo nel cercare di affrontare gli effetti della causa, come se questi fossero la causa e come se in questo modo si possa trovare una soluzione. In realtà, in questo modo non si arriva ad alcuna soluzione, perché si cerca nella direzione sbagliata. Per una parte delle istituzioni, l’occupazione abusiva degli alloggi di Arghillà, effetto diretto del concentramento di famiglie povere e di una politica abitativa che non funziona, è diventata la causa dei problemi di Arghillà. Recentemente l’Aterp di Reggio Calabria ha notificato a molti nuclei familiari abitanti negli alloggi di Arghillà, un’ordinanza di sgombero dei locali per il prossimo mese di gennaio, perché gli stessi sono stati occupati senza titolo. Nella gran parte dei casi si tratta di famiglie numerose o con persone portatrici di handicap, in situazione di gravissimo disagio economico, le quali sono state costrette dalla necessità a trovare un riparo e ad introdursi in alloggi che apparivano aperti e abbandonati. Abbandonati dagli stessi assegnatari che preferiscono non abitare ad Arghillà o abbandonati dagli enti proprietari. Dunque, ove dette ordinanze dovessero davvero trovare esecuzione senza offrire a questi nuclei altre possibilità abitative, si provocherebbero situazioni di vera e propria tragedia e di totale abbandono per coloro che fin qui hanno potuto beneficiare di una minima dimora (per altro spesso ancora priva di infrastrutture) per sé ed i propri piccoli. D’altra parte, definire queste famiglie semplicemente come “abusive” in termini legali sarebbe una grave inesattezza. Questi nuclei per i loro requisiti hanno diritto ad un alloggio, infatti la stessa legge regionale attribuisce ai cittadini che si trovano in uno stato di grave carenza abitativa e che sono poveri, il diritto di richiedere al Comune l’assegnazione di un alloggio in via provvisoria. Pertanto invitiamo l’Aterp a prorogare l’esecuzione delle ordinanze di sgombero, allo scopo di realizzare insieme al comune di Reggio Calabria un intervento che possa valutare i bisogni abitativi di queste famiglie, riconoscendo a coloro che ne hanno i requisiti previsti dalla legge il diritto all’assegnazione di un alloggio. Questa nostra richiesta non vuole per nulla avallare situazioni di abuso e di illecito, ma al contrario intende favorire una migliore applicazione della normativa di settore, garantendo il diritto alla casa a tutti coloro che ne hanno i requisiti e nello stesso tempo vuole orientare gli interventi verso quella che è la causa principale dei problemi di Arghillà, offrendo la collaborazione delle due associazioni. Per affrontare la questione sociale di questo quartiere è necessario che il Comune, di concerto con l’Aterp e con gli stessi abitanti, realizzi un progetto finalizzato a ridurre il concentramento di soggetti svantaggiati, riequilibrando il tessuto sociale di questo luogo attraverso un programma di delocalizzazione delle famiglie più povere in altri quartieri e la contemporanea assegnazione degli alloggi liberati a famiglie meno povere o l’utilizzo degli stessi per uffici e per scuole.
Un progetto abitativo di questo genere, riducendo il concentramento dello svantaggio sociale, normalizzerebbe il quartiere sviluppando il suo capitale sociale ed eliminando la gran parte dei suoi problemi. Questo tipo di intervento si può facilmente realizzare in una città che ha un discreto numero di alloggi popolari (9.000) e molti beni confiscati; quindi, auspichiamo che venga preso in considerazione da questa amministrazione comunale e dai candidati a sindaco nella prossima competizione elettorale.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
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