Bruxelles. La nuova politica di coesione – destinata a riequilibrare le condizioni socioeconomiche delle diverse regioni d’Europa – finanzierà meno progetti e più efficienza. E’ questa l’unica certezza per il periodo 2014-2020, che si ricava dal Forum sulla coesione che ha richiamato a Bruxelles rappresentanti di tutta la “governance multilivello”. Ai lavori hanno partecipato rappresentanti del parlamento e della commissione europea, dei governi e dei parlamenti nazionali, delle regioni e degli enti locali, delle università e delle associazioni. La due giorni comunitaria è servita a fare il punto della situazione, dopo la consultazione pubblica avviata in novembre con la pubblicazione della bozza programmatica della Commissione. La Commissione – ha assicurato il commissario alle politiche regionali Johannes Hahn- terrà conto delle valutazioni acquisite nell’elaborazione della proposta legislativa che sarà definita entro giugno. Rimangono senza risposta le questioni che determineranno il futuro per le regioni meridionali – come la Sicilia -, dove il ritardo di sviluppo è una delle caratteristiche endemiche del territorio. Non si sa quante risorse finanziarie saranno destinate alle politiche di coesione. E non si tratta di una questione secondaria. Anche il bilancio comunitario risente della crisi: cinque Stati hanno chiesto infatti che sia “congelata” l’attuale impostazione. Il resto d’Europa chiede – per voce di Mercedes Bresso, presidente del comitato delle regioni – che le politiche di coesione siano destinate a tutti i territori. “Solo le procedure concordate della coesione potranno – afferma – dare una spinta concreta alle politiche dei trasporti, della ricerca e dell’innovazione”. Perché ciò accada, occorrono però più risorse. O, in alternativa, la concessione di nuovi spazi di autonomia alle regioni, che permetta loro di scegliere – per l’economia e lo sviluppo di ciascun territorio – tra la finanza comunitaria e assistita e la defiscalizzazione. Questi saranno i temi che caratterizzeranno il dibattito della prossima stagione politica.
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