Reggio Calabria. Quando si parla di Pubblica Amministrazione, nel linguaggio comune, si intende il soggetto responsabile della fornitura di servizi essenziali nella vita di ciascun individuo- cittadino che si fa anche carico di fornire beni e servizi indispensabili alla comunità, cercando di improntare la propria struttura a criteri di economicità, efficienza, efficacia e trasparenza. Ora, è proprio nell’ambito dell’attività amministrativa svolta dagli enti territoriali, che nasce la nozione di “Servizio Pubblico Locale”.
La più esaustiva e chiara definizione di tale concetto la ritroviamo senz’altro nel TUEL del 2000, che all’articolo 112 indica che sono appunto gli Enti Locali a provvedere alla gestione di quei servizi pubblici che “abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali”. L’evoluzione di tale enunciato ha portato poi ad ampliare il concetto sino ad individuare: “qualsiasi attività che si concreta nella produzione di beni e servizi in funzione di un’utilità per la Comunità locale non solo in termini economici, ma anche ai fini di promozione sociale”.
La tematica è stata dibattuta da ogni governo, avvicendatosi in Italia, che ha cercato di sottoporre i servizi pubblici locali ad un profondo e coerente processo di riforma che andasse oltre quello compiuto con la legge n. 142 del 1990 di riordino delle autonomie locali.
Anche l’ultimo Governo, pochi mesi dopo essersi insediato, ha messo mano al pluririformato sistema dei servizi pubblici locali, intervenendo sulla disciplina generale attraverso l’articolo 23 bis del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito con modificazioni nella legge n. 133 del 6 agosto 2008 e novellato dal D.L. n. 135/09.
Questa riforma ha investito i servizi pubblici locali “di rilevanza economica” ed in particolare, l’articolo si riferisce a tutti i servizi industriali, vale a dire, energia elettrica, gas, trasporti pubblici locali, igiene urbana e servizio idrico e definisce in maniera chiara il futuro della gestione di tali servizi. Il 31/12/2011 cesseranno improrogabilmente le gestioni di alcuni servizi pubblici strategici, oggi affidati ad aziende pubbliche. Gli Enti locali dovranno fronteggiare questa scadenza, ed in un contesto caratterizzato da crisi economica, federalismo e necessaria definizione delle funzioni fondamentali dei diversi livelli istituzionali,, il tema dei servizi pubblici locali acquista sempre più importanza. Infatti la pregnanza che essi hanno per una condizione ottimale di vita di noi cittadini non può essere messa in discussione, cioè non si può prescindere da essi per una “buona vita”in un paese civile.
In tale quadro, occorrerebbe potenziare ed attuare politiche che rendano efficienti il sistema dei servizi pubblici essenziali.
Sto parlando di un miglioramento dei servizi in un momento in cui stiamo vivendo invece una grande crisi, difatti, le imprese operanti, a causa dei ritardati o inesistenti adempimenti economici da parte degli enti locali, sono al collasso, parlo di tutte le aziende gerenti in maniera privata o a prevalenza pubblica i servizi locali. Infatti dalle colonne dei giornali quotidianamente apprendiamo che in ogni angolo della Regione, nei comparti di cui sopra, ci sono dimostrazioni e scioperi che palesano un malessere diffuso da parte di tutte le maestranze che, pur facendo il proprio dovere, non vedono riconosciute per tempo e con regolarità (attese anche di diversi mesi) le loro spettanze. E’ soprattutto a Loro che bisogna dare le giuste risposte, sono circa 5000 unità che operano a vario titolo nei settori in questione, e tale sofferenza accomuna anche l’indotto. E’ fondamentale per l’economia, lo sviluppo e la crescita turistica della Calabria trovare la quadratura. Ogni lavoratore che incrocia le braccia potenzialmente rappresenta un mezzo per la raccolta dei rifiuti che rimane fermo nel piazzale, un impianto di depurazione senza conduzione etc… con il risultato di compromettere le già precarie condizione del sistema ambiente.
La situazione che queste società stanno vivendo è a dir poco drammatica, esse sono sole davanti a tutte le difficoltà della gestione, i creditori minacciano le procedure coattive e lo Stato, attraverso il meccanismo perverso attuato da EQUITALIA di bloccare i pagamenti dei crediti se non si è a posto con i tributi, nonostante le società in molti casi siano creditrici dell’ente locale/Stato, le potrebbe portare inesorabilmente al fallimento.
In questo periodo in cui la nostra Regione sembra voglia adoperarsi per mettere a punto un‘efficace modernizzazione dei servizi pubblici, occorrerebbe, forse, che essa lavorasse sinergicamente con tutti i soggetti che hanno titolo, associazioni di settore, sindacati, comuni, provincia/ATO e rappresentanze societarie, cioè si insediasse un “tavolo di ascolto” permanente sino al raggiungimento di un piano di riordino e risanamento, che porti sì ad offrire un servizio ottimale all’utenza, ma che garantisca anche la serenità nell’amministrare tali servizi.
Non possiamo fronteggiare questa scadenza impreparati e divisi. Questo è un invito alle istituzioni affinché tale incontro avvenga in tempi brevi, per intraprendere un percorso indirizzato ad un risanamento organico e duraturo, cosicché le nostre aziende possano lavorare meglio e con maggiore efficienza. E’ una sfida complessa che ha però l’obiettivo non solo di fornire qualità ai servizi, e quindi all’ambiente in cui viviamo, ma anche di aprire nuove opportunità di lavoro e di innovazione. In sostanza i soggetti che si riterrà debbano sedere a questo “tavolo di ascolto”, ognuno con le proprie specificità e competenze, dovranno adoperarsi per uscire da questo empasse; il sistema per funzionare necessita in primo luogo di pochi ed essenziali passaggi: il cittadino paga il dovuto, l’ente /riscossore lo corrisponde, nell’entità prevista, all’azienda che eroga il servizio, quest’ultima infine soddisfa il lavoratore e le imprese.
Personalmente mi renderò parte attiva affinché questo percorso possa finalmente dare alla nostra Calabria una regolamentazione per l’ottimizzazione dei servizi pubblici locali ed alle nostre società l’orgoglio di fare impresa e servire la propria terra.
Domenico Mallamaci
Presidente Acquereggine s.c.p.a.