Reggio Calabria. “Secondo autorevoli osservatori, in Calabria la ‘ndrangheta sarebbe ormai un potere criminale, economico e politico che non accetta di essere messo in discussione. Ebbene, a questa organizzazione che il magistrato Alberto Cisterna ha paragonato all’organizzazione terroristica di Osama Bin Laden, Al Qaeda, il Consiglio regionale della Calabria, martedì prossimo, intende dare una forte e, oserei dire, inedita risposta legislativa”. E’ l’opinione di Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale antimafia (che da martedì, appena approvata la modifica normativa, si chiamerà Commissione contro la ‘ndrangheta) a proposito della seduta, interamente dedicata ai temi della legalità, che è stata convocata, per martedì 22 febbraio, dal presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico. “Una risposta legislativa che ha anche un impatto sociale volto a raggiungere i giovani attraverso il potenziamento della cultura della legalità. Annettiamo – aggiunge Magarò – alla seduta del Consiglio regionale di martedì un’importanza straordinaria nel contrasto alla criminalità organizzata. La seduta del Consiglio di martedì , qualifica questa prima parte della legislatura e dà il senso di un rinnovato modo di concepire l’impegno politico ed istituzionale. La seduta del Consiglio, per la quale la Commissione lavora da un pezzo e con grande impegno, grazie anche al contributo legislativo del presidente Scopelliti ed al sostegno del presidente Talarico, esaminerà diverse leggi e proposte che porranno un argine alla capacità indiscussa della criminalità di penetrare nei settori economici e produttivi con grande nocumento dell’economia sana e delle potenzialità di sviluppo della regione”. “La tracciabilità dei flussi finanziari – chiarisce Magarò – il sostegno alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e le agevolazioni a favore dei testimoni e collaboratori di giustizia e alle loro famiglie, nonché un’attenzione nuova al sistema delle autonomie locali che, attraverso una targa, potranno anche rendere visibile il loro essere culturalmente distanti dalla mafia, sono i passaggi fondamentali della strategia politica e legislativa che abbiamo messo in campo. E che intendiamo perseguire per l’intera durata del mandato, mai da soli però. Anzi – puntualizza il presidente Magarò – siccome l’apporto di idee e di contributi operativi, da parte delle tante associazioni, cooperative e soggetti che da quando ci siamo insediati lavora quasi quotidianamente con la Commissione, è veramente di alto profilo e di grande utilità, la sinergia tra l’Istituzione Regione e questo universo che, coraggiosamente, incarna l’antimafia sociale nel territorio, deve essere apprezzata e valorizzata come uno tra i più importanti modi per colpire al cuore la ‘ndrangheta e le sue strategie”. Conclude il presidente Magarò: “La Regione Calabria, in tutte le sue articolazioni, si muove ormai in un’unica direzione antimafia e lo fa indirizzando a questo obiettivo energie intellettuali e risorse finanziarie. Siamo consapevoli che la sfida è gigantesca, perché la ‘ndrangheta ha più facce, conta su una fitta rete di relazioni sul territorio e sulla presenza di pericolose zone grigie che agiscono favorendo i fenomeni corruttivi e degenerativi della pubblica amministrazione. Ma siamo altrettanto consapevoli che se insieme, la società civile calabrese – la quale ha già dato dimostrazioni di reattività anche importanti, com’è accaduto durante la grande manifestazione organizzata lo scorso anno a Reggio Calabria – e la parte innovativa della politica, sapranno fare la loro parte, senza cedere a polemiche e strumentalizzazioni, i poteri criminali potranno essere fermati. E’ chiaro però che in questa battaglia vitale per la Calabria, lo Stato non deve lasciarci soli. La ‘ndrangheta non è solo un’emergenza calabrese, ma un’emergenza negata che riguarda tutto il Paese, come giustamente asserisce il giudice Nicola Gratteri”.
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