Serra San Bruno (Vibo Valentia). Si riporta di seguito una nota diffusa da Bruno Rosi, candidato sindaco del PdlL a Serra San Bruno.
E’ risaputo che quando si subiscono dei traumi ci sono alcune persone che, dotati di una forte personalità, se ne fanno una ragione ed hanno una reazione positiva che consente loro di andare avanti e guardare al futuro con tranquillità, mentre ci sono altre persone che, forse perchè dotati di una personalità solo apparentemente forte, ma in realtà molto ma molto fragile, reagiscono in modo molto negativo, vanno in confusione e non riescono più a distinguere il bene dal male, il bianco dal nero, si ammalano di vittimismo immaginario inventandosi complotti ed inciuci e nella loro mente, anzichè fermarsi un’attimo per rendersi conto dello stato delle cose e convinti di essere i depositari della verità assoluta e di essere laureati con 110 e lode in tuttologia presso la Bocconi di Milano, confondono quelli che dovrebbero essere semplici avversari, magari politici, con dei nemici da abbattere a tutti i costi. Vanno talmente in confusione che trasformano un rilievo, magari anche forte, ma sicuramente circoscritto nell’ambito del piano politico amministrativo, sollevato da un avversario (e sottolineo avversario e non nemico perchè in politica non ci devono essere nemici) politico, in un attacco sul piano personale parlando di dignità e addirittura entrando nella sfera intima ed inviolabile (dovrebbe essere così in generale, ma specialmente in politica) dei figli e quindi della famiglia. Mi rendo conto che l’amico (e sottolineo amico) Lo Iacono, a seguito della sfiducia che ha subito ad opera di una parte della sua stessa maggioranza, ha subìto un trauma molto forte, ma pensavo, e qui mi rendo conto che sbagliavo perchè non avevo tenuto conto del fattore personalità, che l’avesse superato ed avesse incominciato a guardare avanti e non fosse rimasto concentrato con la testa verso i tempi che furono; magari pensa ancora alla macchina da guerra elettorale che avrebbe potuto e dovuto mettere in atto durante l’ultimo scorcio di legislatura e magari è pure convinto che ciò avrebbe potuto nascondere, ancora una volta, anni ed anni di cattiva amministrazione, fatti, per lo più, di progetti utopistici ed irrealizzabili. Penso anche, e qui forse continuo a sbagliare perchè molto dipende dallo spessore della personalità di ognuno di noi, che una persona che ha avuto l’onore di fare il sindaco alla fine del suo mandato dovrebbe avere acquisito una certa eleganza nel modo di porsi ed una certa padronanza nel modo di usare le parole che gli dovrebbero consentire, pur rimanendo se stesso, di ergersi un gradino più in alto del normale agone politico e, quindi, di distinguersi nel modo di esporre le proprie tesi e le proprie ragioni. L’amico Lo Iacono nella sua reazione ha parlato, secondo il suo poco lucido e fantasioso teorema, di sottomissione alla volontà altrui per l’ottenimento della candidatura a sindaco; certamente questo non è il mio caso, anzi è probabile che il mio amico abbia parlato in prima persona e per esperienza diretta e personale in quanto o si riferiva a fatti e circostanze verificatesi quando nel 2005 è stato lui ad essere nominato sindaco facente funzioni da colui che, all’epoca, era il suo amico onorevole, oppure a fatti e circostanze verificatesi quando nel 2006 è stato sempre lui e sempre dall’allora suo amico onorevole ad essere designato quale candidato a sindaco (in entrambe le occasioni non mi pare che in quella coalizione mancassero i personaggi all’altezza per essere designati per il ruolo di sindaco) o ancora, tornando ai giorni nostri, si riferiva a fatti e circostanze verificatisi al momento della designazione del candidato a sindaco della sua coalizione. L’amico Lo Iacono può dormire sonni tranquilli, perchè il sottoscritto ha sì promesso fedeltà eterna, ma la promessa l’ha fatta in chiesa, al momento del matrimonio, a sua moglie ed alla famiglia che assieme hanno creato. Per quanto riguarda la dignità e la libertà di pensiero, l’amico Lo Iacono sa perfettamente che il sottoscritto non si è mai sottomesso a nessuno, ma ha avuto sempre il coraggio di confrontarsi in maniera democratica con gli altri (amici di partito, alleati ed avversari) e spesso è anche riuscito a far prevalere le proprie tesi ed il proprio pensiero; il sottoscritto non deve ringraziare nessuno, tranne Nostro Signore, perchè quello che è riuscito a realizzare lo ha fatto non grazie alla politica, ma solo grazie all’onesto lavoro quotidiano suo e della sua famiglia. Vorrei dire, altresì, all’amico Lo Iacono di non preoccuparsi perchè il sottoscritto si è sempre distinto e sempre si distinguerà sia per la libertà di pensiero e di azione sia per la dignità (e ne ha talmente tanta da poterne cedere gratuitamente a chiunque ne avesse bisogno, sottolineo cedere gratuitamente perchè non c’è prezzo al mondo o posto di comando che possa bastare per comprare la dignità del sottoscritto) e, comunque, vorrei dirgli che se dovessi essere eletto sindaco di una cosa sono sicuro e cioè che se mai un giorno la mia maggioranza dovesse manifestare la benchè minima perplessità sulla mia gestione non esiterò un solo istante a prendere coscienza della fine di un percorso e sarò io a rassegnare le dimissioni e certamente non aspetterò di essere sfiduciato come è accaduto a lui e non ne farò certamente un dramma. All’amico Lo Iacono vorrei dire anche che i miei figli, alla fine della mia vita terrena, non mi ricorderanno per le sue inqualificabili e deliranti farneticazioni sulla dignità e sulla libertà di pensiero o per i successi che sarà riuscito ad ottenere in politica o nella vita quotidiana, ma mi ricorderanno per i valori di onestà e legalità, di amore e di rispetto per gli altri e per se stessi che assieme a mia moglie abbiamo insegnato loro giorno per giorno. Io concorro per la carica di sindaco, sono convinto di vincere le elezioni e mi auguro, una volta raggiunto l’obiettivo, di continuare a rimanere me stesso e di non perdere il contatto con la realtà, ma sopratutto mi auguro che quando giungerà la fine del mio percorso politico ciò non diventi, come forse lo è stato per l’amico Lo Iacono, motivo di sofferenza interiore e di complesso di vittimismo immaginario, ma diventi solo il momento in cui io possa tranquillamente e serenamente tracciare un bilancio, positivo o negativo che sia, convinto di avere la coscienza a posto e di avere fatto il proprio dovere e recitando il mea culpa per gli errori, e saranno tanti, che avrò commesso in buona fede. Vorrei ricordare all’amico Lo Iacono che sì è vero che il sottoscritto è stato assessore al Comune di Serra San Bruno per un periodo di 15 (quindici) mesi e forse, per lui, non ha fatto il massimo, ma vorrei solo ricordargli che in calce alle delibere di Giunta che hanno visto la straordinaria e lungimirante invenzione del famoso Patto territoriale (strumento economico all’epoca letteralmente deriso dal Lo Iacono e dalla sua parte politica che parlavano di utopia se non di pazzia, ma che poi le strane coincidenze della vita hanno fatto sì che venisse gestito da lui stesso) portano anche la firma del sottoscritto; comunque di una cosa si può essere certi e cioè che l’operato del sottoscritto non è stato, per il Comune di Serra San Bruno e per i cittadini, causa di sperpero di denaro pubblico o causa di danni irreparabili; non so se la stessa cosa si potrà dire delle Amministrazioni di cui, per ben otto anni e mezzo (i primi tre da vice sindaco ed i successivi cinque e mezzo da sindaco), l’amico Lo Iacono ha fatto parte, ma questi discorsi saranno oggetto della campagna elettorale”.