Brancaleone (Reggio Calabria). Il busto bronzeo di Cesare Pavese, situato sull’omonima piazza del Lungomare di Brancaleone, è stato sradicato dalla sua base, per opera di ignoti, e appeso sull’albero maestro di un’imbarcazione ancorata a poche decine di metri. Ma la notte brava di una squadra di teppisti col gusto di danneggiare il patrimonio pubblico edilizio non è finta qui. Nella loro furia hanno danneggiato la segnaletica stradale, sempre sul Lungomare, considerato da tutta la popolazione il salotto buono della città per i sui numerosi flussi turistici durante il periodo estivo. Qualche panchina è stata sradicata dalla sua sede naturale e gettata nelle acque del mare. Non contenti di queste azioni indegne che deturpano l’immagine di una cittadina che intende vivere all’insegna della civiltà e della laboriosità, probabilmente, il solito gruppo di vandali, si è spostato sul centralissimo Corso Umberto I prendendo di mira lo sportello automatico del bancomat del Monte dei Paschi di Siena con l’obiettivo di raggranellare un bel gruzzolo di denaro. Per loro sfortuna non sono riusciti a portare a compimento la loro impresa. C’è da segnalare che lo sportello bancomat è situato a ridosso della caserma dei Carabinieri e nonostante la vicinanza della presenza delle forze dell’ordine, i malintenzionati, con sfrontatezza, non hanno desistito ad attuare il loro piano criminale. Degli atti vandalici, il coordinatore del Corpo di Polizia Municipale, Cinzia Valastro, ha informato con una dettagliata relazione il sindaco del Comune Francesco Moio provvedendo, nel contempo, a inoltrare denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Locri. Anche i Carabinieri della locale Stazione di Brancaleone stanno svolgendo indagini a 360 gradi per scoprire gli autori materiali degli atti vandalici. L’azione vandalica che ha turbato di più la popolazione di Brancaleone è stata quella nei confronti del busto bronzeo di Cesare Pavese. Come si ricorderà, il busto è stato realizzato da un noto scultore durante la gestione amministrativa del compianto sindaco Italo Saladino al fine di perpetuare nel tempo la figura dell’illustre scrittore piemontese, confinato a Brancaleone per motivi politici dal 4 agosto 1935 al 9 marzo 1936. A dimostrazione che lo scrittore piemontese è rimasto nei ricordi della gente vi è la prova che oltre al busto, all’intitolazione della piazza e della locale Biblioteca Comunale, negli anni passati, sono stati organizzati convegni nazionali di studio e “Giornate Pavesiane” per rendere omaggio all’uomo, al poeta e allo scrittore dalla complessa personalità che, suicidandosi in una camera d’albergo di Torino, forse, si è portato nel cuore un pezzo del mare di Brancaleone, quel mare che lui considerava la “quarta parete della sua vita”. Non a caso, recentemente, il confino di Cesare Pavese a Brancaleone è stato al centro di un interessante convegno svoltosi a Ticineto Po (Alessandria) al fine di analizzare la sua esperienza di rinchiuso nel suo “carcere psicologico” come ebbe a dire Giuse Vipiana Albani, profonda conoscitrice delle opere pavesiane. Infatti, il confino di Brancaleone ha ispirato la vena poetica dello scrittore nel concepire il romanzo “Il carcere”, preceduto dal racconto “Terra d’esilio” ed alcune significative poesie come la splendida “Stiddazzu”. Nel corso degli anni, numerosi sono stati i gemellaggi tra il Comune di Santo Stefano Belbo (Comune di nascita dello scrittore) e il Comune di Brancaleone al fine di non rompere quel legame che la storia della letteratura ha consegnato alle due entità territoriali.
Agostino Belcastro