Reggio Calabria. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Come nelle migliori tradizioni, infatti, con l’avvicinarsi delle consultazioni elettorali, ecco che gli eroici paladini del centrosinistra si ricordano che in questa città esistono delle fasce deboli da tutelare. Ed è un fioccare di iniziative, proposte più o meno riciclate, comitati definiti ‘spontanei’ e, soprattutto, si assiste alla denigrazione del lavoro di chi, per nove lunghi anni, davvero non ha mai dimenticato che un territorio è fatto anche da cittadini che vivono disagi più o meno gravi. Seguendo il percorso di aiuto al prossimo tanto sbandierato dall’opposizione quando conviene, potrei, a questo punto, essere io a venire incontro al consigliere Giovanni Minniti ed integrare con altri elementi la sua (per niente disinteressata?) conferenza stampa. Per esempio, potrei ricordare come la sua parte politica, il 27 marzo del 2006, con la determina di Giunta Regionale – n°206 (all’appello risposero i reggini Tripodi e De Gaetano, esponenti della sinistra sempre accanto al popolo) stabilì di adottare dei criteri differenti per il cosiddetto abbattimento del reddito. Sappiano le fasce deboli del nostro Comune che il provvedimento licenziato dai loro difensori dell’ultima ora ha avuto un effetto che gli stessi, nelle loro tanto accorate dichiarazioni di nobili intenti, hanno omesso, o forse, vista la sindrome da Robin Hood che li tiene tanto impegnati, semplicemente hanno scordato di evidenziare e che io desidererei, invece, riportare all’opinione pubblica: esclusi dall’abbattimento i lavoratori dipendenti (che notoriamente non appartengono a categorie benestanti); escluse le famiglie con un disabile a carico (equiparate così a quei nuclei che non vivono il medesimo problema); accantonati persino gli anziani che sopravvivono con una già esigua pensione sociale. Per quanto riguarda l’altro aspetto sottolineato dai ‘buoni samaritani’ pro–tempore, e cioè quello delle procedure, ritengo assolutamente di dover smentire quanto con solerzia affermato dal consigliere Minniti. Ciò che egli delinea come abitudine è avvenuto solo una volta, ovvero quando sotto il governo Loiero, i soldi arrivarono tanto in ritardo da accumularsi a quelli dell’anno successivo. Gli accertamenti di solito vengono effettuati in tempo, ma può accadere che quando arrivino i fondi, l’iter, molto complesso, non risulti completo in quanto non è automatico ed istantaneo e non può esserlo. Questo perché è costume dell’Ufficio, pur avendo per bando la possibilità di fare analisi a campione, compiere l’accertamento su tutte le domande che arrivano (e sono migliaia), perché pretendiamo che il contributo vada esclusivamente a chi, davvero, ne ha bisogno e necessità. Tale metodo sebbene più strutturato e meticoloso da sviluppare, ci ha consentito di reperire risorse in più proprio perché abbiamo scoperto casi che non meritavano il contributo. Non abbiamo bisogno di consigli su come gestire i residui: sicuramente con questi fondi non organizziamo feste per l’ufficio, ma, come vuole la legge che rappresenta sempre il nostro binario guida, li mandiamo in economia per l’anno seguente. Di ciò, però, Minniti ne è perfettamente al corrente, dal momento che ha ritirato di persona all’assessorato la determina n°2382 in cui sono contenute le risposte alle sue tante domande e in cui risulta essere specifico il contributo annuo di 200 mila euro che l’Amministrazione comunale destina a questa finalità. Ma non conviene dire la verità, perché questo comporterebbe il non poter giocare, per fini elettorali e propagandistici, sulle esigenze altrui e perseguire un evidente tornaconto personale. Mi auguro che la gente possa davvero valutare con attenzione quanto accade attorno ai loro disagi e rendersi conto di chi s’impegna costantemente, ogni giorno, per la giusta tutela dei loro diritti, che, come auspico, tutti coloro che hanno a che fare con la gestione della cosa pubblica, vogliano garantire anche nei mesi non strettamente vicini, in termini temporali, alle elezioni.
Tilde Minasi (Assessore Comunale alle Politiche Sociali)