Cosenza. “Le ragioni dello sciopero si leggono sui vostri volti”. Giovanni Donato, segretario della Cgil di Cosenza, apre la manifestazione organizzata nel giorno dello sciopero generale rivolgendosi alle migliaia di lavoratori che riempiono piazza della Vittoria. Sono infatti i lavoratori con le loro storie, il loro disagio, le loro esigenze, le loro speranze i protagonisti della giornata. “A nome di lavoratori, precari, disoccupati, pensionati scesi in strada oggi, chiediamo occupazione di qualità, futuro, investimenti, welfare, legalità e un fisco più giusto” aggiunge Donato. Proprio alle persone in carne e ossa i dirigenti della Cgil di Cosenza hanno voluto dare spazio, ospitandone gli interventi o citandole dal palco: lavoratori impianti a fune di Lorica e Camigliatello, appalti ferroviari, Acritrasport di Acri, case di cura La Madonnina, Madonna della Catena e Misasi, Lpu e Lsu, i lavoratori cosentini della Multiservizi, delle cooperative A e B, della Città dei ragazzi, Emmezeta, i dipendenti delle Comunità montane, Arssa, operai forestali, Monier impresa edile, i ragazzi dei call center Abramo, Wisiang, Kolgest, Rai e Telecom. La Camera del lavoro di Cosenza ha espresso solidarietà anche alle famiglie che oggi hanno occupato, nella città bruzia, Palazzo Cosentino, rivendicando il diritto alla casa. In piazza, insieme ai lavoratori, molti esponenti istituzionali che hanno condiviso i motivi della protesta, aderendo allo sciopero. Sul palco, come detto, i dirigenti sindacali, un rappresentante del comitato referendario sull’acqua, Alfonso Senatore, e alcuni lavoratori che hanno raccontato la propria esperienza. Carmine Pasturi, giovane dipendente di un call center: “Alla mia età, mio padre aveva fatto tanti sacrifici, ma aveva una prospettiva. Alla mia generazione i sacrifici e il talento non bastano, è arrivato il momento di alzare la voce”. Maria Longo, Lsu: “Noi Lsu e Lpu calabresi siamo l’esempio palese della precarietà diffusa. Questa giornata di lotta è solo l’inizio. Assieme alla Cgil continueremo a combattere per un lavoro vero”. Anna Carmagnola, lavoratrice del settore commercio e servizi: “Non possiamo più permettere di essere trattati come dati Istat, siamo persone che rivendicano più diritti”. Emiliano Sidoti, dipendente di una casa di cura privata: “Troppo facile fare gli imprenditori con i soldi pubblici e poi pagare gli stipendi in ritardo”. Di più ampio respiro, com’è normale che sia, l’intervento di Sergio Genco, segretario generale della Cgil Calabria, che ha chiesto al Governo un cambio di rotta, “altrimenti è meglio che vada a casa”, e all’amministrazione Scopelliti di smetterla con le passerelle, “sarebbe ora che si occupasse dei problemi”. Le conclusioni di Stefania Crogi, segretaria generale della Flai Cgil nazionale, entusiasmano e trascinano la folla: “Oggi è una giornata straordinaria, dobbiamo ripartire da qui per pretendere, in questa provincia, lavoro, legalità, lotta alla criminalità e al caporalato, politiche diverse per donne, giovani e migranti”. Stefania Crogi chiude invitando sul palco Damiano Fusaro, operaio forestale in pensione: “Saluto i compagni come Damiano che ancora oggi si ribellano e si impegnano per una società diversa”.
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