Vibo Valentia. Di seguito il testo della lettera inviata inviata dal Presidente della Commissione Sanità della Regione Calabria, Nazzareno Salerno al Commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Gerardina Basilicata, in merito alla situazione generale relativa all’efficienza del servizio di soccorso.
Pregiatissima,
la tutela della salute rappresenta, soprattutto nelle aree disagiate e svantaggiate, un diritto essenziale per quelle popolazioni, già costrette a subire condizioni economiche e sociali sfavorevoli, che persistono sul territorio mantenendo specifiche identità e tradizioni culturali che si tramandano da secoli. Si tratta di popolazioni legate alle loro radici che si sentono parte integrante della comunità calabrese e che, a dispetto delle difficoltà, non abbandonano la loro terra d’origine e, anzi, cercano di assicurarle un futuro meno impervio. Garantire una sanità di qualità è, allo stesso tempo, un rilevante dovere per le istituzioni preposte, le quali devono responsabilmente rendere funzionante ciò che è pubblico incarnando la presenza viva dello Stato, anche mediante la fornitura dei servizi irrinunciabili. Il modello Scopelliti interpreta questo pensiero e lo traduce in fatti concreti, ottimizzando le risorse, imponendone un utilizzo razionale, eliminando gli sprechi senza però negare il rispetto delle esigenze dei cittadini. Sarebbe dunque errato individuare nel rinnovo del sistema sanitario un metodo che obbliga ad applicare tagli finanziari indiscriminati: al contrario siamo di fronte ad un modo innovativo di valorizzare le risorse umane e di esplicitare quell’efficacia organizzativa che costituisce le basi per il buon andamento del circuito sanitario. In questo contesto, non ci dovrebbe essere spazio per contingenze che appartengono alla vecchia Calabria e al passato dei troppi eccessi e dei troppi difetti. Non è ammissibile, ad esempio, che l’ospedale di Serra San Bruno non possa contare per un periodo superiore ai quattro giorni consecutivi sull’ambulanza, sguarnendo di un servizio vitale il comprensorio montano. Rimanendo in questo specifico caso, è da sottolineare che ai rischi facilmente immaginabili, si aggiungono circostanze paradossali: per spostare un paziente in condizioni gravi dall’ospedale alla relativa piazzola dell’elisoccorso – quindi per un tragitto di poche decine di metri – si è dovuto ricorrere all’ambulanza di Soriano. In tal modo, non solo si è generato uno scompenso per un altro territorio, ma si è registrato il pericoloso allungamento dei tempi, senza badare all’aspetto fortemente antieconomico della vicenda e all’imbarazzante danno d’immagine per il nosocomio serrese che ha contribuito ad alimentare il clima di sfiducia. È evidente che l’Asp di Vibo Valentia, che conta su appena 4 ambulanze e 2 automediche, dovrebbe potenziare il sistema relativo al soccorso (per un ospedale anche la disponibilità di una sola ambulanza è da intendersi come una privazione) scongiurando rischi che altrove non esistono e prestando la necessaria attenzione ai particolari inerenti il primo intervento. È altrettanto chiaro che a queste riflessioni, che pongono al centro la salute dei cittadini e l’efficacia del pronto soccorso, non può essere opposta alcuna controdeduzione ricollegabile a situazioni di carenza finanziaria o di problemi organizzativi dei mezzi o del personale. E non è giustificabile che un’ambulanza rimanga ferma nel box di un’officina per semplici riparazioni o per lavori di manutenzione ordinaria: i ritardi, le inefficienze, i tempi morti, quando si parla di salute, non sono ammessi, perché potrebbero costarci la perdita di ciò che non ha prezzo. Una sanità che funziona deve essere in grado di dare risposte anche ai visitatori e a coloro i quali provengono da aree diverse da quella del Vibonese ed è per questo che laddove vi è un ospedale deve considerarsi ovvia la presenza di sale operatorie pronte per essere utilizzate in qualsiasi momento. Data la vocazione turistica della nostra provincia, è, infatti, fondamentale, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva, essere attrezzati per intervenire chirurgicamente su pazienti che hanno bisogno di operazioni immediate. Mete ambite come Tropea – il cui ospedale è inquadrato dal Piano di rientro come “generale” e quindi con la Chirurgia indicata fra i reparti principali – non possono non disporre di questo servizio e devono essere messe nelle condizioni di espletare un ruolo che le vede come punto di riferimento del Mediterraneo. Sono certo che sarà concorde sull’opportunità di agire con celerità per rimuovere quelle criticità che, di fatto, impediscono alla sanità calabrese di essere al passo con i tempi e di riscuotere l’apprezzamento dei cittadini che si aspettano un cambiamento in senso positivo. Nell’attesa di un suo cortese riscontro, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
Nazzareno Salerno -Presidente Commissione Sanità della Regione Calabria