Reggio Calabria. Di seguito una nota di Luciano Squillaci, portavoce del Coordinamento degli enti del Terzo Settore.
Le associazioni e le cooperative aderenti al Coordinamento del Terzo Settore che gestiscono servizi per conto del Comune di Reggio Calabria, manifestano ancora una volta viva preoccupazione per il presente e per il futuro delle politiche sociali del territorio. Le organizzazioni, che già operano in un settore particolarmente delicato, si trovano infatti, ormai da diversi anni, a dovere inseguire le proprie spettanze, senza riuscire in alcun modo a giungere ad un punto di equilibrio che consenta una serena programmazione. E se tale situazione è stata sopportata nei mesi scorsi, senza interruzione dei servizi, grazie alla abnegazione ed alla fortissima motivazione degli operatori del settore, oggi siamo giunti ad un punto limite che non lascia altra scelta se non la chiusura. Il credito vantato dal Terzo Settore ha ormai superato i 2 milioni di euro, ed i lavoratori sono in arretrato di diversi stipendi, che in alcuni casi superano le 8 mensilità. Prima dell’ultima tornata elettorale, questo coordinamento si è rivolto al Prefetto per segnalare la gravissima situazione, che poneva a rischio la sopravvivenza di servizi che, giova ricordarlo, sono rivolti ad una moltitudine di persone in stato di bisogno, disabili, minori, tossicodipendenti, anziani. Servizi essenziali ed irrinunciabili, la cui sospensione produrrebbe una crisi sociale di livello epocale. In quell’occasione il Comune, garante la Regione Calabria, si è impegnato a pagare subito almeno un terzo delle spettanze dovute, per poi arrivare entro due mesi ad una situazione creditoria accettabile, pari a due -tre mensilità arretrate. Purtroppo, però, solo in questi giorni, a distanza di oltre 2 mesi dall’accordo, gli enti hanno ricevuto alcuni pagamenti di gran lunga inferiori a quanto concordato e che in moltissimi casi non hanno consentito neanche il pagamento di una mensilità arretrata ai dipendenti. Oggi pertanto la situazione è anche più grave di 2 mesi fa, e pone gli enti ed i lavoratori, ormai stremati da una lotta per la sopravvivenza che dura da oltre due anni, in una posizione di forte sfiducia nei confronti delle istituzioni. Non è più possibile gestire servizi primari, garantiti dalla Costituzione, e rivolti a cittadini in stato di bisogno, sulle spalle di chi, fortemente motivato da ragioni etiche e morali, continua a garantire risposte ai bisogni sempre più impellenti, divenendo esso stesso parte del problema. Ed il futuro purtroppo non è roseo. I tagli imposti dalla politica, che hanno determinato la riduzione di oltre il 70% del fondo nazionale per le politiche sociali, che sarà completamente azzerato nel 2014, impongono alle Regioni e quindi ai Comuni precise scelte di campo. Se gli enti locali non saranno capaci di rinvenire in proprio i fondi necessari, riducendo le spese superflue, si assisterà all’azzeramento dei servizi sociali. I bilanci, sia comunali che regionali, non sono meri strumenti tecnici, ma frutto di precise scelte politiche. La Regione Calabria ed il Comune di Reggio Calabria, dovranno scegliere su cosa investire per il futuro ed assumersene sino in fondo la responsabilità. Ribadiamo, sul punto, che è assolutamente necessaria l’elaborazione di piano strategico, pluriennale, che consenta di definire con certezza un’adeguata programmazione dei servizi, tarata sui bisogni reali della gente. Una programmazione che non potrà non coinvolgere, così come previsto dalla legge, le realtà del Terzo Settore che operano sul territorio. In tal senso, e viste le enormi problematiche e le urgenze del settore, non comprendiamo e non condividiamo la scelta del sindaco di mantenere a sé la delega ai Servizi sociali, una scelta che ci pone in una situazione di quasi totale assenza di riferimenti politici con i quali confrontarci, considerando che il primo cittadino ha diverse cose cui pensare e le politiche sociali non possono rappresentare un mero impegno residuale. Il Coordinamento ha quindi chiesto un incontro urgente al sindaco, dal quale si intende uscire con risposte definitive sui tempi e le modalità di erogazione delle spettanze ancora dovute e sulle modalità attraverso le quali si intende procedere per la programmazione futura dei servizi. In questi anni difficili le organizzazioni del Terzo Settore hanno sempre dimostrato grande senso di responsabilità e spirito collaborativo, ma ora è il tempo delle risposte e non potranno essere accettati ulteriori rinvii o scelte minimaliste.