Reggio Calabria. I finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, nella tarda serata di ieri, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di F.G. di anni 48 di Reggio Calabria emessa dal Gip del locale Tribunale Cinzia Barillà su richiesta del Pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore Stefano Musolino. E’ stata altresì notificata a S.G. di anni 47 la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel capoluogo reggino.
Le indagini, che hanno visto coinvolti altri due responsabili denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria – S.A. di anni 55 e suo nipote S.S. di anni 37, hanno preso le mosse nel mese di settembre del 2009 dalle dichiarazioni rese da una donna, madre separata di quattro figli che versava in una grave situazione patrimoniale, la quale si era recata presso gli uffici della Guardia di Finanza di via Enotria al fine di chiarire la propria posizione circa il trasferimento di alcuni assegni finiti nella disponibilità di S.G. dal quale aveva ricevuto in prestito modeste somme di denaro di cui lo stesso pretendeva la restituzione con tassi usurai. Proprio durante la sua permanenza nei locali della GdF, la donna aveva ricevuto una telefonata da S.G. ed attivando la modalità viva-voce aveva consentito ai finanzieri presenti di ascoltare direttamente le pretese restitutorie che a sua volta asseriva essere coartato da altri creditori che pretendevano da lui la restituzione delle somme concesse in prestito.
Allo stesso modo, nei confronti di un’altra donna, F.G. aveva preteso a fronte di un prestito concesso per motivi economici correnti, di accettare pagamenti dilazionati sino al 2019 ed al fine di mettere pressione psicologica sulla debitrice, l’aveva minacciata di sottrarle la casa della nonna ovvero l’autovettura.
La successiva attività tecnica effettuata sulle utenze telefoniche degli indagati e delle due donne permetteva di delineare un inquietante scenario nel quale emergeva il ruolo di piccolo usuraio da parte di S.G. il quale, a sua volta, era sottoposto ad usura da soggetti di ben altro spessore e caratura criminale e per cifre consistenti che si aggiravano intorno all’ordine delle decine di migliaia di euro. Questi ultimi, pur di rientrare nel loro capitale, erano soliti ricorrere a modalità intimidatorie e violente che costringevano S.G. ad uno stato di prostrazione, ansia e timore tali da indurlo a non fare rientro presso la propria dimora anche per diversi giorni.
I dati e gli elementi raccolti nel corso delle perquisizioni effettuate e la documentazione bancaria esaminata hanno permesso ai finanzieri di ricostruire i flussi finanziari sottostanti e rappresentare in modo nitido all’autorità giudiziaria la spirale intimidatoria posta in essere da due gruppi di creditori con S.A e S.S. da una parte e F.G. dall’altra che costringevano S.G. a recuperare liquidità anche attraverso la predisposizione di documentazione falsa necessaria per ottenere accesso al credito ovvero per mettere in circolazione assegni di terze persone privi di copertura.
I tassi di interesse usurari applicati alle somme prestate da restituire con cadenza mensile, sono stati ricostruiti dalla Guardia di Finanza nella percentuale compresa tra il 400 ed il 1.200%.
Il servizio portato a termine testimonia come la Guardia di Finanza di Reggio Calabria rappresenti un solido presidio a salvaguardia del sano e regolare andamento dell’economia locale in grado di contrastare efficacemente un fenomeno ad elevata espansione ed impatto sociale, sempre più al centro di illeciti interessi di persone senza scrupoli.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more