Reggio Calabria. Sono durate due mesi le indagini dei Carabinieri che hanno portato stamattina all’arresto di padre e figlio, Giuseppe e Pietro Ligato, rispettivamente 49 e 22 anni, di Bagaladi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il 9 maggio scorso i carabinieri della Stazione Rione Modena, diretta dal maresciallo capo Andrea Levi con il coordinamento del capitano Nicola De Tullio, avevano tratto in arresto Fortunato Paviglianiti, 21 anni, incensurato, e Daniele Mele, di 34 anni, per averli trovati in possesso in località Gallico di un kg di cocaina all’interno della loro autovettura, una Fiat 500.
I militari, da tempo impegnati in attività volte al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, avevano effettuato negli ultimi giorni una serie di appostamenti presso lo svincolo autostradale Reggio Calabria–Gallico, luogo dove, a seguito di attenta attività info-investigativa, avevano avuto notizia di un intenso e costante scambio di droga.
Il servizio di osservazione dei Carabinieri aveva permesso, in effetti, di segnalare fin da subito una serie di movimenti sospetti. In particolare, si è avuto modo di verificare la presenza di un veicolo Mercedes classe C che effettuava ripetuti passaggi percorrendo sia la rotatoria che la via Nazionale, apparentemente senza un obiettivo preciso. Il conducente della Mercedes incontrava poi un soggetto, occupante un’altra vettura ferma alla rotatoria, e successivamente si allontanava imboccando l’autostrada in direzione Taranto seguito a breve distanza dall’altro. Nei giorni successivi si è avuto modo di verificare ancora una volta la presenza della stessa Mercedes il cui conducente, riconosciuto come lo stesso dei giorni precedenti, effettuava gli stessi tragitti percorrendo la via Nazionale e la rotatoria dello svincolo “Reggio Calabria – Gallico”. Questa volta, però, il soggetto si fermava in uno spiazzo antistante gli ambulatori dell’ASL di Gallico. In tale contesto i militari, per evitare di essere notati, avevano compiuto un giro periferico dell’area notando che due soggetti, identificati poi nel Paviglianiti e nel Mele, erano sopraggiunti nei pressi della Mercedes e, dopo un breve colloquio, uno dei due aveva aperto il proprio marsupio, indossato a tracolla, mostrandone il contenuto al conducente della Mercedes. Successivamente i tre si erano allontanati dal luogo di incontro e il Mele aveva riposto il proprio marsupio all’interno della propria autovettura Fiat 500, dirigendosi a piedi insieme al Paviglianiti nel vicino stabile degli ambulatori dove era rimasto in evidente stato di attesa. Contestualmente il conducente della Mercedes si era allontanato con la propria autovettura ed aveva incontrato altre due persone che stazionavano sulla via Nazionale.
È in questo momento che i militari della stazione Modena hanno deciso di intervenire fermando tutti i soggetti coinvolti al fine di fugare finalmente ogni tipo di sospetto. I Carabinieri hanno proceduto quindi a perquisire i soggetti e le autovetture da loro utilizzate rinvenendo, all’interno della fiat 500 in uso al Mele e al Paviglianiti e dentro un marsupio, un involucro contenente circa 1 kg e 100 gr. di cocaina. I due che avevano preso contatti con il Mele e il Paviglianiti erano appunto i Ligato. Da subito sebbene inizialmente solo denunciati in stato di libertà, era emerso il coinvolgimento di questi ultimi nell’attività delittuosa. Le indagini hanno offerto la conferma.
Le dinamiche successive all’arresto vedono chiaramente un intervento dei familiari del Mele, domiciliato nella provincia di Pavia, per ottenere dai Ligato il compenso spettante al loro congiunto tratto in arresto, ovvero 2000 euro, a cui gli stesi aggiungono la richiesta di un sussidio di 1400-1600 euro mensili. Proprio il mancato accordo su tali aspetti comporta una frattura all’interno del gruppo e permette alle indagini di registrare indicazioni utilissime alla ricostruzione delle responsabilità. La moglie del Mele, infatti, incalza i Ligato chiedendo loro di darle ciò che spettava al marito, visto che lui era in carcere e tutti gli altri sebbene coinvolti erano fuori. Le risultanze delle intercettazioni operate dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria si intrecciano perfettamente con quanto già verificato dai Carabinieri della Stazione Modena in occasione dell’arresto allorquando gli stesi documentarono con esattezza le fasi dell’incontro tra il Mele, il Paviglianiti e i due Ligato. Questi ultimi dovranno rispondere del concorso in detenzione di un kg di cocaina. I due soggetti sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.