Chi ha qualche anno sulle spalle ricorda i tempi eroici delle radio private e i tentativi per ascoltare Radio Montecarlo. Sull’emittente monegasca impazzava una trasmissione Fumorama, condotta da un simpatico e funambolico speaker: Herbert Pagani. Quello fu, probabilmente, per molti italiani il primo incontro con Pagani. Ma è riduttivo ritenerlo solo un ottimo conduttore radiofonico: Pagani fu un artista complesso e poliedrico che una morte prematura ha sottratto al mondo. Un libro Herbert Pagani. Canzoni, scritti, disegni, sculture (pp. 287 € 25,00) ripercorre le tappe fondamentali della sua vita, pubblicando i testi delle sue canzoni assieme a una ricca documentazione fotografica delle sue creazioni artistiche. Il libro, con introduzione del critico musicale Dario Salvatori e prefazione del cantautore Marco Ferradini, è edito da Barbès. Pagani era nato a Tripoli da una famiglia ebrea. Dopo il divorzio dei genitori frequenta vari collegi in Francia, Germania e Svizzera. Inizia la sua attività artistica disegnando e mentre vende i suoi disegni a Cannes, è notato da Pierre Picard che gli propone di esporre nella sua galleria. Ma disegnare non gli basta e si cimenta come compositore. Il 45 giri “Lombardia” gli apre le porte del mondo della musica che lo condurrà a Radio Montecarlo. E’ l’inizio di una breve ma intensa carriera. La sua vivacità artistica non conosce confini. La Francia è il paese dove è maggiormente apprezzato e conosciuto; raggiunge la notorietà con l’album Megalopolis e l’omonimo spettacolo. In Italia partecipa allo sceneggiato RAI Marco Visconti, interpretando il giullare Marcovaldo. Aderisce al Partito Radicale. S’impegna per la pace in Medio Oriente, per Israele e per gli ebrei di Libia, dei quali diventa il “portavoce poetico”. Quando l’ONU vota una mozione che assimila il sionismo al razzismo, legge Arringa per la mia terra a Radio Europe 1. Si dedica anche alla scultura, assemblando opere plastiche raccolte nelle discariche e sulle spiagge. “Cerco fra di voi le tessere smarrite del mio puzzle interiore. Non avete alcun valore. Quindi non avete prezzo”. Il 16 agosto 1988 muore in un ospedale di West Palm Beach in Florida per una malattia del sangue. Come suo desiderio, sarà sepolto in Israele. Nel 1989 l’amica di sempre Annalena Limentani organizza a Milano, con il contributo critico di Arturo Schwarz, la prima nostra delle sue opere che, purtroppo, in seguito torneranno in un magazzino. Questo libro sottrae all’oblio una straordinaria figura di uomo e artista.
Tonino Nocera