Rosarno (Reggio Calabria). La Procura della Repubblica di Palmi ha ordinato l’esecuzione dell’autopsia sul corpo senza vita di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia 31enne, trovata morta nel bagno della sua abitazione a Rosarno. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, infatti, è che qualcuno possa aver indotto la donna ad ingerire l’acido muriatico che l’ha uccisa. Non più tardi di tre mesi fa Maria Concetta Cacciola aveva avviato la collaborazione con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che oggi definiscono “inspiegabile” il suicidio. La donna, che non ha lasciato nessuno scritto in cui spiega le regioni del gesto, era figlia di Michele Cacciola, cognato di Gregorio Bellocco, considerato il boss al vertice dell’omonimo clan di Rosarno. Il marito della giovane testimone di giustizia, Salvatore Figliuzzi, è in carcere dopo che gli è stata inflitta una condanna ad 8 anni di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso. Dopo le prime rivelazioni, Maria Concetta Cacciola era stata condotta in una località segreta dove ha soggiornato fino al 10 agosto, quando ha fatto rientro a Rosarno.
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