Vibo Valentia. Antonino Vecchio, segretario generale dell’Unione Provinciale Cisal di Vibo Valentia, interviene in merito al servizio della guardia medica.
Hanno superato un concorso pubblico e sono quindi in possesso del titolo previsto per essere assunti nei ruoli organici dell’Azienda sanitaria provinciale. Vengono loro richiesti sacrifici enormi per attendere ad un ruolo di estrema delicatezza. Nessuno, però, pensa a loro, all’avvenire dei medici di continuità assistenziale che, da oltre un ventennio, si battono per avere riconosciuto un diritto acquisito sul campo in un impegno h 24 su tutto il territorio, di giorno e di notte, sotto il sole o sotto tempeste atmosferiche, con l’utilizzo della macchina dell’Azienda o quella personale. Li ha dimenticati la Regione Calabria che continua ad ignorare, nei fatti, la loro legittima posizione, non li “sostiene e protegge” la Commissione straordinaria dell’Asp che non ha mai messo in cima ai propri pensieri la difficile e spesso drammatica condizione in cui vivono. La Cisal chiede ufficialmente alla terna Commissariale di Palazzo ex Inam un tavolo di concertazione, non senza aver chiamato alle rispettive responsabilità e quindi per le proprie competenze Prefettura e Conferenza dei sindaci, Ordine dei medici, forze politiche e sindacali e quanti sono in grado di concorrere alla soluzione dei problemi che riguardano la salvaguardia del diritto alla salute. C’è la necessità di dare una forte spallata alla vecchia concezione sugli ammalati di serie A, che talvolta possono ricorrere, in caso di emergenza sanitaria a stutture allocate altrove, e quelli di serie B costretti a morire a casa quando non fanno in tempo a raggiungere il primo ospedale, con quest’ultimo, talvolta non sempre in grado di dare le necessarie risposte alla gravità della patologia accusata. E’ vero, le responsabilità partono da lontano: dalla gestione Chiaravalloti a quella di Loiero fino a Scopelliti. Ma è proprio scontato che non esiste un lumicino di speranza per questi capitani della salute che salvano quotidianamente vite umane al costo di sacrifici spesso improbi e talvolta anche indescrivibili? La Cisal non può che raccogliere il loro appello e farlo suo nella ferma consapevolezza che i medici della continuità assistenziale hanno tutte le carte in regola per ottenere i propri diritti. Il recente appello dei medici che operano nell’ex guardia medica di Nicotera, tanto per citare un esempio delle ultime ore, rappresenta un vero e proprio allarme rosso. Ha un suo preciso significato e va lodato per il coraggio e la concretezza con cui è stato manifestato l’invito ad intervenire. L’Asp di Vibo Valentia deve farsi carico di questo inderogabile problema prima che sia troppo tardi, se è vero che un mancato o ritardato intervento riguarda la salute di una persona. Spesso non si conoscono e si sottovalutano i rischi che sono presenti presso le sedi di lavoro dove quotidianamente svolgono la loro attività, senza uno strumento adatto al primo intervento e utile per avviare una prima diagnosi. Per la Cisal, che sostiene fermamente la causa di questa categoria di medici, non c’è più tempo da perdere e la Regione Calabria va investita di questo serio problema che riguarda la sistemazione degli oltre cento medici di continuità assistenziale. Il Presidente Giuseppe Scopelliti proprio perché anche commissario per l’emergenza sanitaria deve avere contezza di quanto accade sul nostro territorio perché se non c’è nessuno che si occupa di informarlo basta leggere l’allarmante e giustificata denuncia dei medici di Nicotera per fargli capire quanto siano determinanti le sue scelte sulla sanità vibonese che continua a rimanere fanalino di coda nella lista delle istituzioni sanitarie pubbliche come se quanto accaduto nell’ultimo decennio non bastasse per riservare una “cura ed un percorso privilegiato” a questo territorio. In ogni caso, per la Cisal va salvaguardata la dignità di quei medici che con grande professionalità assolvono a questo non facile compito di garantire la salute al cittadino ammalato e tra essi i giovani medici appena laureati che iniziano il loro percorso professionale senza un minimo di speranza.