Reggio Calabria. E’ sconcertante la notizia che l’Amministrazione provinciale, guidata dal centrodestra, decide – allineandosi di fatto alla linea omofoba dettata su scala nazionale dalla maggioranza di centro-destra in Parlamento -, di annullare una delibera posta in essere dalla precedente giunta provinciale con la collaborazione dell’Arcigay “I due mari” di Reggio Calabria e avente come tema l’osservazione dei fenomeni di discriminazione sessuale. L’allora presidente Morabito e la sua giunta di centrosinistra avevano, infatti, con la delibera n. 224, istituito un osservatorio per analizzare il fenomeno dell’omofobia.
L’istituto innovativo per l’intero Paese poichè sarebbe stato il primo a svolgere non solo analisi del fenomeno, ma a far emergere, nonché prevenire, tutti quei fenomeni di discriminazione, purtroppo in generale aumento, di natura omofobica e transfobica. Oggi, invece, la nuova giunta, con un magistrale “colpo di spugna” e nel più totale silenzio, ingiustificatamente, senza neanche disturbarsi di contattare l’Arcigay che, con enormi sforzi, opera sul territorio, ci riporta “all’anno zero”. Al posto di estendere il monitoraggio alle scuole, alle università e al mondo del lavoro, per poter pianificare politiche e servizi capaci di contrastare l’odio e la violenza verso le persone lesbiche, gay e transessuali, la provincia di Reggio Calabria “fa lo struzzo”. Mette la testa sotto la sabbia fingendo di non vedere il disagio di centinaia di giovani che, ogni giorno, devono subire discriminazioni e vessazioni soltanto per il loro orientamento sessuale.
Come consigliere comunale e come cittadino, chiedo l’immediato ripristino dell’Osservatorio anti-omofobia e l’avvio di un tavolo di trattative posto in essere con l’arcigay e con tutte le altre associazioni, nonché i singoli interessati al fenomeno, per pianificare una serie di interventi volti ad allontanare da una società civile anche la sola idea di odiose discriminazioni perché, solo attraverso la reale inclusione territoriale di tutti i cittadini, con un attenta valutazione all’evoluzione sociale del territorio, si contribuisce realmente a superare stereotipi e pregiudizi che troppo spesso rendono difficile la vita sociale e lavorativa di tante persone.
Mi rivolgo al contempo all’Amministrazione comunale affinché, con un atto di responsabilità, metta realmente in pratica la sempre più teorica “democrazia partecipata” e si faccia carico delle esigenze di migliaia di cittadini che, a gran voce, in campagna elettorale hanno chiesto l’istituzione del Registro delle Unioni Civili. Basterebbe sfogliare il programma elettorale del centro sinistra alle ultime elezioni comunali per capire i reali bisogni dei cittadini, non chiediamo di mettere in pratica le idee politiche di quattro dirigenti di partito, ma di dar voce alla gente comune che ha realmente contribuito a creare un “programma partecipato”Solo quando una società si mostra sensibile ad accogliere le istanze provenienti da quei soggetti ,riconosciuti nei doveri di contribuzione, ma esclusi da alcuni diritti produce, infatti, una crescita sociale, culturale e civile per l’intera collettività.
Demetrio Delfino
Consigliere comunale