Reggio Calabria. Discontinuità, credibilità e responsabilità: sembrano essere queste le parole d’ordine di Mario Monti, impegnato nella formazione del nuovo Governo d’emergenza nazionale. Scelta praticamente imposta dal Presidente della Repubblica che, con un gesto concreto, l’unico percorribile nel tunnel in cui l’Italia si è infilata da sola, ha difeso l’integrità e quel che resta della dignità di un’intera nazione. Un forte richiamo al senso dello Stato che il Presidente ha ripetutamente rivolto a tutta la classe politica e dirigente, distratta ed imbrigliata da interessi clientelari e personali. Adesso, all’indomani delle tanto attese dimissioni di Berlusconi, non è più il tempo, per le organizzazioni politiche parlamentari, della protesta e dell’ostruzionismo a qualunque costo, è necessario affrontare i problemi concreti degli italiani, i soli autorizzati a protestare. Esattamente quello che deve essere fatto anche a Reggio. Preso atto del saccheggio della città e delle precise e conseguenti responsabilità, vista la drammatica situazione finanziaria, quali sono le possibili soluzioni per uscirne, limitando i danni? Chi deve realizzarle e come intende farlo? Arena, se proprio vuole continuare il proprio mandato, non può esimersi dalla responsabilità di sostituire incapaci e collusi, aprendosi ad un confronto schietto, sincero e leale con tutte le forze politiche e rappresentative della città, anche quelle d’opposizione. Queste, soprattutto quelle che oggi hanno già avviato radicali cambiamenti all’interno, devono essere in grado di superare i limiti dettati da inappropriate ed anacronistiche strategie pseudo politiche finalizzate alla ricerca ed al reclutamento di soggetti con pacchetti di voto di dubbia provenienza. È necessario un senso di profonda responsabilità che si traduca in spirito di servizio da parte di chi si propone o è chiamato ad amministrare la città. La situazione impone innanzitutto la piena consapevolezza del reale stato economico e finanziario dell’Ente, per poter individuare appropriati strumenti legislativi e politici per risanare il debito (magari recuperando in fretta le somme sottratte) ed impedire che in futuro un qualsiasi Scopelliti di turno possa improvvisarsi sindaco (magari utilizzando il Bilancio Sociale). È chiaro che qualunque possibile soluzione politica ed amministrativa passa attraverso la condivisione di metodi ed obiettivi diversi rispetto a quelli fin’oggi utilizzati e perseguiti. Condivisione che non può esistere se non attraverso il confronto e la discussione. Va da sé che la condivisone di metodi ed obiettivi attraverso un confronto costante e leale, prima che tra diverse ed avverse parti politiche, deve avvenire all’interno delle stesse coalizioni e formazioni partitiche, anch’esse obbligate dal proprio elettorato a precise e concrete scelte di cambiamento e discontinuità.
Giuseppe Musarella – Presidente Ethos