Novità a cielo aperto al Salone internazionale di Los Angeles. Porsche l’aveva anticipata, ed eccola arrivare la versione Cabrio della 911 Carrera presentata pochi mesi fa a Francoforte. Condivide il telaio della coupè, rinunciando al tetto. O meglio, si regala un sistema innovativo che non la fa sfigurare quando è tutta chiusa. Alta tecnologia per realizzarlo, con l’utilizzo di leghe di magnesio per abbattere il peso e creare una Cabrio più leggera rispetto al passato. Resta fedele alla tradizione in un momento in cui anche Ferrari si è convertita, con la 458 Italia Spider, al tetto rigido. A Stoccarda, invece, continuano con la capote in “tela”, da nostalgici che perfezionano la storia.
Sul comparto motoristico non cambia nulla rispetto a quanto visto con la coupè. Due motori, un 3.4 litri boxer da 350 cavalli e il top della versione Carrera S, che tocca i 3,8 litri di cilindrata e regala cinquanta cavalli in più. Cambio a sette marce manuale per entrambe, con l’opzione del robotizzato doppia frizione Pdk. Ci ha abituato da un po’ a tenere in gran considerazione anche i consumi Porsche. Così, nemmeno questa Cabrio sfugge all’imperativo categorico di una sportività ma sostenibile. Dichiara di bere meno di 10 litri per 100 km la 911 Cabrio, dato certamente da “laboratorio” e con cicli di simulazione distanti dalla realtà. Ma è un dato di fatto che l’impegno per l’abbattimento delle emissioni e dei consumi sia cosa acquisita anche tra le supersportive.
Cosa cambia rispetto al passato nella declinazione del verbo cabrio? Un passo più lungo, carreggiate più larghe davanti e un servosterzo elettromeccanico: la sintesi è più sportività e maggior precisione di guida. Lo stile ripropone i canoni visti sulla coupè. Ma esaltati maggiormente al posteriore, almeno sul piano visivo, dalla discontinuità tra capote e carrozzeria. Fa un altro effetto guardare l’area dei passaruota posteriori: piatta, a enfatizzare lo sviluppo in senso trasversale, con una parte centrale del cofano più corta rispetto al passato. Anche il “baffo” che stacca i flussi sulla coda esalta la sensazione di larghezza, con i gruppi ottici vero elemento di novità nelle loro forme sottili.
Il frontale non c’è storia. L’abbiamo detto in occasione del lancio della coupè, lo ripetiamo per la cabrio. Porsche riesce a innovare una linea che da decenni è praticamente identica. I primi a metter le mani sul volante dell’ultima nata di Stoccarda saranno i tedeschi, in marzo e a fronte di un assegno poco sopra i 100 mila euro. Mentre per la Carrera cabrio S serviranno 115 mila euro, tasse escluse. E’ il prezzo da pagare per viaggiare en plein air.
Fabiano Polimeni