Rende (Cosenza). Le linee programmatiche del sindaco, che discuteremo nel prossimo consiglio comunale, contengono alcuni passaggi che lasciano molti dubbi circa la coerenza dell’attuale maggioranza e la tenuta del cosiddetto “modello Rende”. Le perplessità più rilevanti sorgono dalla lettura del capitolo sulla Rende Servizi, la municipalizzata cui sono stati affidati alcuni servizi comunali in sostituzione delle vecchie cooperative. Cavalcanti, nel parlare di una “pressoché totale dipendenza dalla Rende Servizi delle azioni comunali”, ci tiene a specificare, testualmente, che “tale scelta non è stata nostra, ma ci è stata consegnata da chi ha avuto il compito di scrivere, di fatto, il bilancio di previsione”. L’attuale sindaco, in altri termini, prende formalmente le distanze dalla gestione del suo predecessore, Umberto Bernaudo, e promette una vera e propria rivoluzione nella Rende Servizi, arrivando a paventare le ipotesi della “Cassa Integrazione” e del “prepensionamento” per i dipendenti. È strano che Cavalcanti si accorga solo ora della necessità di questa rivoluzione. Perché non l’ha annunciata in campagna elettorale? Perché in sede di approvazione del Conto Consuntivo, che registrava una perdita di circa 5 milioni di euro della Rende Servizi, Cavalcanti non ha avallato la mia richiesta di visionare in Consiglio i bilanci in rosso di quella società? E perché le linee programmatiche contenenti queste drastiche misure sulla municipalizzata arrivano in Consiglio a 7 mesi di distanza dall’insediamento di Cavalcanti se lo Statuto comunale prevede che il sindaco debba presentarle al Consiglio entro 30 giorni dal suo insediamento? A cosa è dovuto questo notevole ritardo? E il Prefetto di Cosenza ne è al corrente? Oggi Cavalcanti “scarica” letteralmente la precedente Giunta, ma in campagna elettorale era il candidato della continuità della grande tradizione riformista rendese di cui a tutti gli effetti fa parte il suo predecessore. Stupisce la facilità con cui l’attuale sindaco riesca a vantarsi dell’eredità del Viale Parco e a disdegnare la Rende Servizi, sapendo che entrambe le cose provengono dalla medesima gestione amministrativa e finanziaria di Bernaudo. La tradizione è sempre una, nel bene e nel male. Un’ultima curiosità: in tutto questo c’entra per caso l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che riguarda da vicino la città di Rende e alcuni suoi illustri esponenti politici?
Spartaco Pupo – Consigliere comunale di Rende – Gruppo Misto