Reggio Calabria. Negli ultimi due anni, la nostra città è stata flagellata da una serie di gravissimi eventi che hanno minato la già debole coesione sociale reggina, trasformandola in un senso di precarietà del domani che forse non ha eguali per la sua enorme forza disgregatrice. Le bombe, i pentiti, gli arresti eccellenti e non, le disastrate casse comunali, i veleni (o presunti tali) vissuti in Procura, il disfacimento delle municipalizzate, le carenze dei servizi essenziali, i morti per mano altrui o per propria scelta, la disoccupazione e la cassa integrazione, i posti di lavoro persi, i giovani laureati emigranti: una valanga che sembra travolgere tutto e tutti e che, forse, non ha ancora trovato, nella sue folle corsa distruttiva, un fondo valle dove arrestarsi. Mentre tutto questo accade, un fantasma si aggira sulla città: il fantasma della Politica. Chi avrebbe dovuto e potuto provare a ricercare soluzioni, proposte, rinnovamento, chi aveva già ricevuto avvisi importanti di malessere diffuso ha miseramente fallito. Per troppo tempo, procedendo con rituali incomprensibili ai più, ma molto utili a pochi, ci si è soffermati a “spiegare” cosa sia la politica e quali siano i suoi scopi, con l’evidente risultato di aver scavato, di fatto, un baratro tra il popolo e la gestione della cosa pubblica. Forse ci si dovrebbe domandare tutti, noi per primi, cosa i cittadini pretendono da chi svolge attività politica affinché questa venga riconosciuta come tale; forse bisognerebbe prendere atto che i vecchi schemi hanno fallito e ripartire dai modi per risolvere le criticità esistenti che sono oggettivamente innumerevoli e non più rimandabili alle future generazioni. Ripartire, insomma, trovando un collante nelle decisioni da assumere, piuttosto che preoccuparsi esclusivamente di creare ed alimentare fantomatiche coalizioni che hanno in comune solo la spartizione selvaggia del potere e delle risorse. Nonostante tutto, Ethos è fortemente convinta che, anche in questa città, ci siano donne ed uomini che possiedano le competenze, la voglia e l’onestà per incominciare ad intraprendere un nuovo corso politico. Ovviamente, “un’operazione” del genere comporta enormi rischi, consapevoli che i riciclati, i personaggi buoni per ogni stagione, i politici “professionali” sono dietro la porta aspettando che qualcuno la spalanchi, ma riteniamo che l’alternativa sia ancora peggiore. Se non proveremo a salvarci facendo affidamento sulle forze sane della nostra città, con la crisi di risorse che si prospetta per i tagli nei trasferimenti agli Enti locali, con l’avvio del federalismo, con una credibilità politica nazionale e locale pari a zero o quasi, verremo di fatto emarginati e commissariati, non vi saranno salvataggi, non vi saranno risorse aggiuntive. I primi segnali dell’isolamento geografico sono già arrivati: ferrovie, autostrada, ponte sullo stretto, sono progetti in rallentamento o sospesi. A breve potrebbe arrivare anche l’isolamento politico.
Gianni Sergi – Vice presidente Ethos