Reggio Calabria. Nonostante l’enorme sforzo compiuto nell’ultimo decennio, da parte degli ormai noti personaggi reggini, per nascondere la reale situazione economico-finanziaria del Comune di Reggio Calabria, la Commissione d’Accesso è stata nominata e si è già insediata. Non volendo ulteriormente soffermarci sulle analisi delle conseguenze che tale “modello” d’amministrazione ha provocato, stigmatizzando, ancora una volta, l’assordante ed emblematico silenzio dietro cui l’attuale classe politica ha deciso nuovamente di trincerarsi dinnanzi l’ennesima questione, Ethos ritiene prioritario che si inizi a ragionare concretamente sul futuro prossimo della Città. Senza troppi giri di parole, le condizioni indispensabili perché possa davvero costruirsi il cambiamento a Reggio sono tre: oculata selezione dei candidati e dei dirigenti di partito; metodo trasparente e partecipato di gestione dell’Ente; piattaforma programmatica utile e condivisa. Non sono condizioni impossibili da realizzarsi, soprattutto in questo preciso momento storico che ha messo a nudo la totale vulnerabilità della nostra struttura socio-economica, basata su fonti energetiche e sistemi di produzione e distribuzione anacronistici. In ogni caso, prima di poter affrontare questioni programmatiche riguardanti, ad esempio, lo sfruttamento del fotovoltaico, piuttosto che la privatizzazione del Lido, il rilancio di Ecolandia, piuttosto che quello di Gambarie o del nostro patrimonio archeologico, è necessario partire dalla piena ed incondizionata consapevolezza che il metodo fino ad oggi utilizzato dalla classe dirigente non solo non è utile per lo sviluppo e la crescita della collettività, ma ha causato gravissimi danni, soprattutto nella già particolare mentalità reggina-meridionale. Poiché, fino ad oggi, sono sempre state prodotte esclusivamente chiacchiere a riguardo, per dimostrare alla Città che adesso si ha realmente l’intenzione e la voglia di cambiare, gli autorevoli esponenti di centro destra, di centro sinistra e di centro, quelli che hanno la facoltà di decidere per il loro partito, abbiano il coraggio di rompere gli schemi del passato, iniziando fin da subito a selezionare persone per bene e capaci, preoccupandosi di adottare scelte politiche (leggasi elettorali) ed amministrative che impediscano di compiere gli stessi errori del passato, anche al fine di impedire la “creazione ad hoc” di certi personaggi vuoti, incapaci e corrotti, che di politico non hanno nulla. Sarà un caso, ma l’attuazione pratica di ciò che qui è stato scritto, che si traduce anche in maggior controllo su assunzioni, appalti, consulenze, impegni di spesa e spese realmente sostenute, è rappresentata da un istituto normativamente disciplinato in Italia fin dal 2007: il Bilancio Sociale.
Giuseppe Musarella – Presidente Ethos