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Home Reggio Calabria Cronaca

Operazione Cosmos: i dettagli sull’estorsione ai danni della ditta che costruisce il Palazzo di Giustizia

by newz
17 Febbraio 2012
in Cronaca, Primo Piano
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Reggio Calabria. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Reggio Calabria, Domenico Santoro, su richiesta della locale Procura Distrettuale, nella mattinata di ieri ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Claudio Bianchetti (di 32 anni), Pasquale Libri (di 73 anni) ed Edoardo Mangiola, indagati per i reati di associazione mafiosa, estorsione aggravata, rapina aggravata, illecita concorrenza con violenza o minaccia aggravata ex art. 7 L. 203/1991.
Il provvedimento, eseguito nelle ultime ore, scaturisce dall’attività investigativa diretta dal pm della DDA, Marco Colamonaci, coordinata dal Procuratore Capo della stessa Procura Distrettuale e condotta dal Centro Operativo DIA di Reggio Calabria diretto dal colonnello Gianfranco Ardizzone che, prendendo spunto dalla recrudescenza degli episodi di danneggiamento di chiara matrice mafiosa registrati in città nell’anno 2008, ha fatto luce su un grave episodio estorsivo perpetrato dagli indagati, ritenuti organici alla storica cosca Libri di Reggio Calabria, ai danni della “Bentini S.p.A”, aggiudicataria dei lavori di realizzazione del nuovo Tribunale e finalizzato all’infiltrazione nei lavori citati.
In particolare, secondo quanto riportato nel comunicato stampa ufficiale diffuso dalla Dia, tra i vari episodi criminali, è apparso subito di rilievo agli inquirenti l’attentato effettuato la notte del 3 gennaio 2008 ai danni del Bar Millevoglie, sito nella Via Sant’Anna della città, zona storicamente ricadente nella sfera d’influenza della cosca Libri, appena ristrutturato e completamente distrutto dalle fiamme: il dato singolare è che il danneggiamento era stato consumato nonostante fosse stata rispettata la consuetudine di “ossequiare” le ditte della zona.
Nella ricerca dei possibili moventi, senza l’ausilio di riscontri diretti, l’attenzione è stata concentrata sull’intenzione del titolare dell’esercizio commerciale distrutto di avviare un servizio di tavola calda; investimento potenzialmente molto remunerativo in considerazione della collocazione del locale, in prossimità del CE.DIR., e, quindi, fruibile dai numerosi dipendenti pubblici i cui uffici insistono nell’area. I riflettori sono stati quindi puntati verso il gestore del bar “Senza Tempo”, inaugurato il 18 ottobre 2006, con annessa sala adibita a tavola calda e ristorazione, da Edoardo Mangiola. L’attività investigativa ha così consentito di ricostruire i fitti rapporti intrattenuti dal Mangiola con i massimi esponenti della locale criminalità organizzata ed ha evidenziato la sua rapida crescita imprenditoriale in stridente contrasto con le posizioni reddituali da lui e dalla moglie dichiarate, proprio in virtù dei suddetti legami. Ma soprattutto è emerso come il Mangiola sia stato il collettore di una raffinata forma di estorsione perpetrata in danno della “Bentini S.p.A” aggiudicataria dei lavori di realizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia: le organizzazioni criminali, ed in particolare quella dei Libri, piuttosto che ricorrere al classico metodo della “mazzetta” hanno realizzato l’attività di infiltrazione nell’attività economica mediante la stipula di contratti di fornitura di servizi con cui hanno imposto le proprie prestazioni in regime di assoluto monopolio nonché attraverso la somministrazione controllata di forza lavoro con l’imposizione di operai che si riveleranno rigorosamente assenti dai posti di lavoro ma provvisti di idonea, lecita posizione contributiva, busta paga e relativa canalizzazione dello stipendio. Sotto questo profilo, di particolare rilievo è il dato che una decina di operai assunti in blocco da una ditta subappaltante coinvolta nella realizzazione dei lavori sono risultati contigui alla famiglia Serraino di Cardeto, in passato in contrasto con i Libri ma oggi, evidentemente, protagonista di accordi spartitori con la cosca di Cannavò, in omaggio all’unicità del sistema ‘ndrangheta confermata da tutte le recenti indagini coordinate dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria.
Un sistema che nel caso di specie ha permesso il travaso di diverse migliaia di euro dalle casse delle imprese interessate ai lavori alle organizzazioni criminali di riferimento, grazie anche alla minore sensibilità di alcuni imprenditori, i quali dopo aver inizialmente cercato di percorrere la strada della legalità, hanno poi ceduto al più comodo atteggiamento di adesione alle richieste della criminalità organizzata al fine di evitare spiacevoli conseguenze.
Nel caso di specie la cosca Libri, al cui vertice siede il boss Pasquale Libri, destinatario del presente provvedimento coercitivo, ha imposto alla Bentini, dopo una serie di atti intimidatori condotti anche mediante aggressioni fisiche a funzionari dell’impresa, il servizio mensa ed il beneficiario della commessa è stato identificato proprio nel Bar “ Senza Tempo” di Mangiola e sua moglie.

Contestualmente al provvedimento custodiale la DIA di Reggio Calabria ha eseguito il sequestro preventivo dei seguenti beni:
– Bar “Senza Tempo”;
– Bar “San Gaetano Catanoso”;
– Panificio “Mangiola Carmela”.
Sempre ex art. 321 c.p.p. sono stati sequestrati due appartamenti, un immobile in fase di realizzazione, costituito da più locali e due autovetture.

Il bar San Gaetano
Il bar Senza Tempo
Claudio Bianchetti

Pasquale Libri
Edoardo Mangiola

Tags: arrestibar mille vogliebar senza tempobentini spaCedirclaudio bianchetticosca libricosca Serrainodiaestorsionegianfranco ardizzoneMarco Colamonacioperazione cosmospalazzo di giustiziaPasquale Libritavola caldaTribunale
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