Palermo. “Esiste in Calabria una densità criminale che non ha paragoni nemmeno con la Sicilia. A Rosarno, una cittadina con 15.000 abitanti, ci saranno non meno di 250 affiliati e se ne affacciano non meno di 7 ogni settimana. Se a ciò aggiungiamo parenti, amici e conoscenti, significa che l’ndrangheta controlla la vita cittadina con un metodo quasi democratico perché ha la maggioranza”. Il neo Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, intervenendo a Palermo al convegno “Il giudice, il processo, realtà giudiziaria e nuovo codice antimafia”, si è soffermato sul fenomeno della ‘ndrangheta, che per anni ha combattuto dalla tolda di comando della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Allarmato per la “sostanziale indifferenza” espressa dall’opinione pubblica nei riguardi della ‘ndrangheta, il magistrato ha rimarcato che è “errato immaginare la ‘ndrangheta come frammentata, senza un coordinamento preciso. Dalle nostre indagini – ha affermato – è emersa una ‘ndrangheta unitaria, forte e disposta a tutto come Cosa Nostra, con un vertice di cui sappiamo poco ma che gode di un potere significativo al pari della mafia”.
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