Reggio Calabria. Il gup del Tribunale di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza presentata dagli avvocati Marco Tullio Martino (nella foto) e Antonio Mandalari, ha disposto la scarcerazione di Carmelo Manti, sostituendo la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Ciò, alla luce delle gravissime condizioni di salute in cui versava l’imputato, compendiate nel corpo di una perizia disposta dallo stesso magistrato reggino, in cui si dava atto appunto della assoluta incompatibilità delle condizioni di salute del Manti con il regime detentivo, anche in CDT. Carmelo Manti era stato condannato in primo grado, previa assoluzione dall’aggravante di essere il capo promotore del locale di Condofuri, e previa assoluzione da tutti i reati fine che gli venivano contestati, alla pena di anni 8 di reclusione per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., ma da tempo era sofferente in carcere tanto da affrettarsi i propri legali ad attivare le procedure di rito affinchè si accertassero d’ufficio le effettive condizioni di salute dello stesso. La copiosa documentazione sottoposta al vaglio del Giudice – già denotante un preoccupante stato di sofferenza e malattia – ha indotto lo stesso magistrato ad inviare un proprio esperto di fiducia, che nella parte motiva del proprio elaborato peritale, ha poi concluso evidenziando “una assoluta incompatibilità del detenuto con il regime cautelare del carcere”. Il gup, all’esito dello studio degli atti, accogliendo la tesi richiamata dall’Avv. Martino ed espressa anche di recente dalla sentenza depositata in data 14.12.2011 dalla Suprema Corte di Cassazione secondo la quale “Il diritto alla salute va tutelato anche al di sopra delle esigenze di sicurezza sicché, in presenza di gravi patologie, si impone la sottoposizione al regime degli arresti domiciliari”, ha disposto l’immediata scarcerazione del Manti.
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