E gli imputati mandano una lettera: “Alcuni nemmeno indagati”
Reggio Calabria. Questa mattina è tornato a deporre davanti al Tribunale nel processo Meta il colonnello Valerio Giardina, all’epoca dell’indagine comandante dei Carabinieri del Ros di Reggio Calabria. Nel rispondere alle domande del pm Giuseppe Lombardo, l’ufficiale ha parlato dei rapporti tra le cosche di ‘ndrangheta della città e quelle della Piana di Gioia Tauro, cementati da matrimoni definiti “momenti importanti di ‘ndragheta”. Giardina in particolare ha parlato di una delle persone coinvolte nelle indagini, Gianluca Favara, e del suolo che avrebbe svolto per condizionare alcune gare d’appalto all’Asl di Palmi.
Il colonnello dell’Arma ha parlato anche dei suoi rapporti con le ‘ndrine operanti tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria e della “gestione” di alcune estorsioni.
Giardina ha altresì descritto gli interessi a Reggio del boss di Sinopoli Cosimo Alvaro, “proprietario di fatto del lido Calajuncu, del ristorante Le Palme, entrambi sul lungomare, e di una struttura geriatrica, Villa Speranza”.
Secondo l’ufficiale, Alvaro si muoveva a Reggio, dove aveva scelto di dimorare in quanto sottoposto a sorveglianza speciale, godendo di una vastissima rete di fiancheggiatori e di complici.
Nel corso del dibattimento è intervenuto per una brevissima dichiarazione Antonino Imerti, cugino omonimo del boss, detto ”Nano feroce”. Imerti, replicando ad una intercettazione ambientale effettuata dai carabinieri del Ros sull’autovettura di uno degli imputati, Pasquale Buda, anch’egli originario di Fiumara di Muro, ha detto che quanto asserito da Buda sono solo falsità nei suoi confronti.
Successivamente è stata la volta di una lettera di due fogli protocollo scritta da alcuni detenuti durante l’udienza e fatta consegnare al presidente del Tribunale poco prima della conclusione. “Con le medesime fonti di prova oggi c’è chi è già stato arrestato o condannato o in atto processato e invece c’è chi non è stato destinatario neppure di un avviso di garanzia”. Questa la sintesi offerta dall’avv. Francesco Calabrese circa il contenuto della lettera, acquisita agli atti e firmata da Antonino Imerti, Pasquale Bertuca, Giovanni Rugolino, Antonino Crisalli, Domenico Condello, detto ”gin gomma”, cugino del boss Pasquale Condello detto ”il supremo”, Domenico Passalacqua e Natale Buda.
L’udienza è stata aggiornata a venerdì prossimo per la prosecuzione della deposizione di Giardina.