di Fabiano Polimeni
Immaginate di poter possedere un’auto unica. Certo, di vetture esclusive ce ne stanno tante direte. Ma diciamo che potete mettere le mani su una velocissima supersportiva italiana. Ferrari, Maserati, Lamborghini: tanti marchi. Cerchiamo di esser ancora più chiari. Quanto paghereste un’auto da 700 cavalli, estrema, che solo una persona al mondo può dirsi il fortunato proprietario?
Lamborghini lancia l’inarrivabile – perché non è questione solo di denaro –Aventador J. Niente parabrezza, niente tetto. Solo una linea strepitosa, esagerata, dove ogni dettaglio è espressione della funzione. Non è fuori luogo dire che chi riuscirà ad arrivare alla Lamborghini Aventador J, avrà tra le mani la Gioconda. Quella “J” che richiama un altro modello nobile di casa Lambo, la Jota del 1970. Base Miura – come adesso la Aventador – ma un modello iper-esclusivo.
Un pezzo unico, tiratura che più limitata non si può. Omologazione stradale, buona per farle respirare l’aria di Dubai o chissà quale altro asfalto arabo. Settecento cavalli espressi dal V12 da 6.5 litri di cilindrata, con cambio robotizzato Lamborghini Isr e trazione integrale permanente. Il tutto per muovere – anche se forse sarebbe più corretto dire catapultare – i 4 metri e 89 centimetri della Aventador J nell’iperspazio o lì vicino.
I dettagli da corsa sono quelli che completano l’opera, perché a Sant’Agata Bolognese non potevano non rispondere alla mossa di Maranello. Altri obiettivi, altri target, altro tutto. Due capolavori entrambi, Ferrari F12 Berlinetta per eleganza unità a sportività e potenza, Lamborghini Aventador J per eccesso. Cerchi da 20 pollici davanti e 21 al posteriore, con il dettaglio da corsa che dicevamo: monodado di bloccaggio.
Gli interni sono dominati dal CarbonSkin. Ovvero, il futuro (e presente) della fibra di carbonio. Intrecciate le fibre del composito, una resina speciale fa sì che il materiale abbia rigidità e morbidezza. Non solo i sedili ma anche tutta la plancia sono in CarbonSkin.
Il capitolo sospensioni è hai vertici della tecnica. All’anteriore come al retrotreno l’architettura è quella pushrod, mentre un’importante voce d’intervento sulla Aventador J è stata la riduzione del peso: 1575 kg, ottenuti anche grazie all’assenza del parabrezza (al suo posto due deflettori) e del tetto.
Va da sé che chi acquisterà questa Lamborghini Aventador J dovrà munirsi di tuta e casco, se non vorrà tornare a casa con il volto ricoperto di moscerini-killer, considerate le velocità stratosferiche che promette di raggiungere.
Sembra la risposta adeguata per contrastare la Ferrari e non lasciare la ribalta del Salone internazionale dell’auto di Ginevra tutta al Cavallino Rampante. Adesso, più che il prezzo, la curiosità è tutta per chi si metterà nel museo quest’opera d’arte automobilistica.
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