Rende (Cosenza). Agenti della Squadra Mobile di Cosenza hanno tratto in arresto il latitante 52enne Franco Presta, che gli inquirenti considerano uno dei sicari più pericolosi della ‘ndrangheta. L’uomo figurava nella lista dei 100 ricercati più pericolosi d’Italia. I poliziotti lo hanno scovato poco prima di mezzanotte all’interno di un’abitazione di Arcavacata, a Rende, mettendo così fine ad una latitanza che durava da cinque anni. Accusato di associazione mafiosa, condannato a cinque anni per usura, è sospettato di aver commesso tre omicidi legati allo scontro che, nel periodo compreso tra il 1998 ed il 2001, si scatenò tra le cosche della provincia di Cosenza. Presta, peraltro, è sospettato di essere il mandante della mattanza compiuta tra il 16 febbraio ed il 7 aprile dello scorso anno in cui furono trucidati prima la 45enne Rosellina Indrieri e la figlia 26enne Barbara De Marco, poi Gaetano De Marco, marito e padre delle due donne. Un eccidio che sarebbe stato ordinato per vendicare l’uccisione del figlio di Presta, il 22enne Domenico, assassinato il 17 gennaio 2011 al culmine di una serie di litigi per questioni legate al parcheggio. Responsabile di quell’omicidio commesso a Spezzano Albanese il fratello di Gaetano De Marco, Aldo, commerciante. Rosellina Indrieri e Barbara De Marco furono sorprese all’interno della loro abitazione. I sicari, particolarmente spietati, entrarono armati fino ai denti nella palazzina, abbatterono a colpi di fucile la porta d’ingresso e una volta dentro l’appartamento spararono all’impazzata colpi di fucile a pompa. Gaetano De Marco, che per un caso fortuito sfuggì alla spietatezza dei killer, fu poi ucciso il 7 aprile mentre era alla guida della sua autovettura. Presta è accusato di aver ucciso Primiano Chiarello, omicidio compiuto nel giugno 1999 a Cassano allo Ionio e i due boss della ‘ndrangheta Francesco Bruni, meglio noto come ”bella bella” e Antonio Sena, assassinati uno il 29 luglio 1999, l’altro il 12 maggio 2000. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Chiarello fu trucidato a colpi di mitraglietta Skorpion dopo essere stato indotto a raggiungere una stalla. Il suo cadavere fu poi tagliato e sciolto nell’acido. Sulla scorta di quanto ipotizzano gli inquirenti, Franco Presta è a capo di un clan operante nell’area dell’alto Jonio cosentino e organico alla cosca Lanzino-Cicero del capoluogo bruzio. Il latitante, al momento della cattura, era da solo. Protetto da un giubbotto antiproiettile, non si è opposto agli agenti che lo hanno arrestato. E’ stato trovato in possesso di 3 mila euro in contanti e di un telefono cellulare. Gli inquirenti ritengono che da circa tre settimane fosse nell’appartamento a ridosso dell’università e presso cui è stato scoperto.
Nicola Martino